Il premier Mario Draghi ha parlato oggi in conferenza stampa della situazione covid in Italia e delle prossime riaperture. Uno spiraglio è stato dato con l’apertura della scuola, fino alle medie anche in zona rossa. Evidenze scientifiche infatti mostrano come il contagio non si diffonda principalmente tra i banchi.
Tante le domande della stampa poste al presidente del Consiglio, in particolare quella sul prossimo dpcm. Ma Draghi frena, sottolineando come ogni ipotesi di riapertura sia imprenscindibile dai dati delle Regioni raccolti dalla Cabina di Regia:
“La sensazione è che bisogna lavorare tutti insieme. La chiusura dipende solo dai dati che vediamo, dopo questo anno e più di sofferenza sappiamo qualcosa sui posti e i luoghi di contagio, queste misure quindi non sono campate per aria. E’ desiderabile riaprire, quando dipende solo dai dati, se potessi andare in vacanza ci andrei volentieri. Non abbiamo discusso sul prolungamento dello stato di emergenza. Oggi è abbastanza facile criticare con il senno di poi le decisioni prese. Per il futuro bisogna contrattare tutti insieme, ci sono 55 siti nuovi in Europa per la produzione dei vaccini. Io per esempio mi vaccinerò con Astrazeneca la prossima settimana spero, ho fatto la prenotazione e aspetto il mio turno. Non escludo cambiamenti in corso di colore per le Regioni, la situazione va monitorata giorno per giorno, settimana per settimana. Ma i criteri resteranno ancora nel nuovo dpcm. Lo avevamo detto, appena notavamo un miglioramento del numero dei contagi avremmo riaperto la scuola”.