Vaccino covid, l’Ordine dei medici e Cgil: “Non si può lavorare senza essere vaccinati”
Mar 27, 2021 - Marina D'Alessio
Si avvicina sempre di più la possibilità di rendere il vaccino anti-covid obbligatorio per medici e personale sanitario, stando alle ultime parole del premier Mario Draghi. Ad esporsi sull’argomento, stavolta, è direttamente il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli. Queste le sue parole all’Adnkronos:
“Da tempo diciamo che senza la vaccinazione anti-Covid non si può lavorare in corsia. I medici hanno un codice deontologico che su questo tema va rispettato e inoltre c’è la legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che prevede che il professionista può essere obbligato a vaccinarsi.
Ma ieri il premier Draghi ha indicato la necessità di un intervento legislativo e noi siamo d’accordo. Sappiamo che la situazione è delicata ma, ribadisco, sono poche decine i medici che hanno rifiutato il vaccino. Apprezziamo però l’impegno del Governo”.
“Per i medici, la vaccinazione – continua Anelli – è anche un dovere deontologico, in quanto hanno il dovere etico di tutelare se stessi e gli altri. Credo sia necessario analizzare il fenomeno e capire davvero di che numeri parliamo, spero che il ministero della Salute con l’Agenas faccia partire un monitoraggio degli operatori sanitari che non vogliono vaccinarsi”.
Tra le ipotesi che riguardano la futura legge sul vaccino obbligatorio per medici e operatori sanitari, ci sarebbero, infatti, provvedimenti quali la sospensione e anche il licenziamento. Per questo motivo, Carlo Palermo, segretario nazionale del sindacato dei medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale, ha voluto rilasciare a sua volta delle dichiarazioni a nome di tutta la categoria:
“Sull’obbligo del vaccini anti-Covid per gli operatori sanitari, noi partiamo dal concetto di sicurezza: ci siamo battuti all’inizio della pandemia per avere i dispositivi di sicurezza e oggi non possiamo di certo rifiutare il maggior dispositivo che ci protegge dal virus, ovvero il vaccino. Siamo quindi a favore dell’obbligo. Siamo però contrari al licenziamento del medico che non vuole vaccinarsi.
La pandemia è un evento transitorio e in un prossimo futuro le condizioni epidemiche cambieranno quindi il licenziamento sarebbe una misura estrema con qualche dubbio di legittimità. Se poi pensiamo che in un grande ospedale iniziamo a licenziare gli operatori restii al vaccino c’è un rischio di sguarnire gli organici già all’osso”.
Anche il segretario nazionale Cgil medici, Andrea Filippi, si è espresso duramente sul personale sanitario che rifiuta il vaccino:
“Chiunque voglia lavorare nel Servizio sanitario nazionale deve mettere in campo tutte le strategie per garantire la sicurezza del paziente e la propria. In questo, la vaccinazione è come lavarsi le mani o portare la mascherina, è inaccettabile che un professionista entri, ad esempio, in rianimazione senza essersi immunizzato.
“C’è un dovere legato alla deontologia, un rispetto dell’etica e della professione. Chi vuole lavorare in sanità, non ha altra prospettiva che vaccinarsi. Non si può lavorare senza guanti e quindi non si può lavorare senza essere vaccinati“, conclude Filippi.