Il virologo Roberto Burioni ha condiviso i risultati di uno studio osservazionale, condotto dai ricercatori di Israele, sull’efficacia delle vaccinazioni. Si tratta di esiti ancora in via di conferma ma che preannunciano un possibile decremento di contagi tra i giovani nelle zone in cui buona parte della popolazione adulta è stata vaccinata.
Queste le parole di Burioni: “La prima svolta c’è stata il 9 novembre, quando è stato annunciato che un vaccino contro il covid-19 funzionava con oltre il 90% di efficacia. La seconda potrebbe essere questa. Sono dati preliminari, è uno studio osservazionale, tutto deve essere confermato. Però dei ricercatori israeliani (il Paese dove più si è vaccinato) hanno visto che se si vaccinano molti adulti, l’infezione cala anche nei ragazzi sotto i 16 anni che non si sono vaccinati”.
“Dovete sapere che questo è il primo, timido, parziale e incerto segno di quella che si chiama immunità di gregge che potrebbe far sparire dalla Terra questo maledetto virus. Naturalmente osservazioni di questo tipo confermano che i vaccini a mRNA hanno un profondo impatto non solo sulla malattia ma anche sulla trasmissione”.
“Aspettiamo dati più definitivi ma questi sono estremamente incoraggianti. Non dico di stappare la seconda bottiglia di Champagne ma mettetela in fresco” – conclude.
Lo studio evidenzia i benefici della vaccinazione di massa nel frenare la diffusione del virus constatando che: “I tassi di vaccinazione in ciascuna comunità sono altamente correlati con un successivo declino delle infezioni nei soggetti di età inferiore ai 16 anni non vaccinati”.
Più volte Burioni ha fatto leva sull’esempio di Israele ribadendo che per riprendere la vita normale non è importante vaccinare tutti. Già con una buona percentuale di individui vaccinati è possibile vedere la luce in fondo al tunnel, proprio come conferma il caso israeliano.