Si è tenuta anche oggi, 9 aprile, la consueta conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia per fare il punto sulla situazione Coronavirus in Italia.
Il Presidente dell’ISS, Silvio Brusaferro, ha illustrato i dati: “L’Italia si sta lentamente schiarendo rispetto alle scorse settimane. La curva ha raggiunto un plateau mentre in altri Paesi c’è una tendenza alla ricrescita. Ci troviamo in una fase di decrescita lenta. Più Regioni sono in decrescita, altre una crescita. Anche l’incidenza è in decrescita lenta”.
“La curva ci mostra quanto la decrescita stia coinvolgendo tutte le fasce d’età. Il dato sull’impatto delle vaccinazioni comincia ad essere stabile. L’RT è pari allo 0,92, anche in questo caso in lieve decrescita però ci sono delle Regioni che hanno l’RT sopra all’1. In crescita anche la copertura vaccinale”.
“Le Regioni a rischio alto sono quattro con due regioni con RT superiore all’1,25, Valle D’Aosta e Sardegna. Sappiamo che un RT superiore all’1 fa si che l’epidemia continui a correre. Rimane alto il numero di occupazione delle terapie intensive che oltrepassa la soglia critica attestandosi al 41% così come quello delle aree mediche al 44%”.
Dunque c’è un forte sovraccarico dei servizi ospedalieri: “L’incidenza è ancora elevata. Si conferma che la grande maggioranza dei casi si lega alle varianti che hanno maggior trasmissibilità. Perciò è necessario adottare ogni misura utile al contenimento del contagio”.
Prosegue il professor Gianni Rezza, Direttore Generale della Prevenzione: “Siamo in una fase di maturazione. Sapevamo che sarebbe stata dura perché sono arrivate queste nuove varianti, soprattutto quella inglese che ha una trasmissibilità circa del 50% maggiore. Costituendo più dell’85% dei ceppi circolanti ha sostituito sostanzialmente quello che c’era prima. Inoltre abbiamo la variante brasiliana che resta costante”.
“I Paesi che hanno abbattuto l’incidenza sia la mortalità sono quelli che non fanno parte dell’Unione Europea. Si tratta di Israele, Regno Unito e Stati Uniti. Questi esempi indicano che se si vaccina tanto e in fretta si riesce a contrastare l’epidemia. Con le varianti ci vuole un po’ più tempo per cercare di abbattere il carico di infezione e malattie. Quello che dura più a lungo è il carico sui servizi sanitari e sui decessi”.
“Aprile è un mese in cui bisogna fare ancora questo sacrificio cercando di accelerare al massimo la campagna vaccinale. Avremo una decina di milioni di dosi di vaccino disponibili a breve ed è chiaro che bisogna fare il massimo sforzo, innanzitutto per completare la vaccinazione delle persone anziane. Decrescendo con l’età si potrà andare a vaccinare anche le persone più giovani e far circolare meno questo virus”.
“Siamo ancora costretti per qualche settimana a tenere il freno, avere comportamenti prudenti, rallentare la circolazione. In questo trimestre andrà fatto il massimo sforzo per accelerare la campagna. Le misure costano sacrificio a tutti grazie alla campagna si potrà proteggere la popolazione e quindi finalmente cominciare a respirare nel vero senso della parola non solo metaforicamente”.