L’Italia sta combattendo con il covid da oltre un anno e la luce in fondo al tunnel sembra ancora lontana. Il passaggio delle regioni da rosso ad arancione e viceversa porterà nelle prossime settimane – fino alla metà di maggio – ad una riduzione dei casi covid. Ma il progressivo ritorno al giallo determinerà “inevitabilmente” una risalita della curva dei contagi, “da un lato mitigata dalla ridotta probabilità di contagio all’aperto per l’aumento delle temperature che riduce l’effetto aerosol, dall’altro alimentata dall’aumento dei contatti sociali e, soprattutto, dal mancato rispetto delle regole”. E’ la stima della Fondazione Gimbe alla luce delle prossime aperture.
Il Presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta, ha inoltre commentato all’Ansa lo stato attuale in Italia: “Sul fronte vaccinazioni è realistico mettere in sicurezza over 70 e fragili entro l’inizio dell’estate. Questo avrà un impatto rilevante su ospedalizzazioni e decessi, ma non sulla circolazione del virus che richiede di mantenere tutte le misure individuali, come ribadito dal Presidente Draghi”.
Covid – Burioni commenta le riaperture
Per quanto riguarda le riaperture Cartabellotta è scettico e dice: “Decisione politica sul filo del rasoio, ma inevitabile. Serve la massima collaborazione dei cittadini per non compromettere la stagione estiva”, evitando il “liberi tutti” per non arrivare ad una nuova impennata dei casi.
La curva dei ricoveri con sintomi, dopo aver raggiunto il picco (29.337) il 6 aprile, ha iniziato la discesa con una riduzione del 18% in 11 giorni: i numeri assoluti sono ancora molto elevati (24.100) e la soglia di saturazione è maggiore del 40% in 5 Regioni.
Anche la curva dei pazienti in terapia intensiva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 3.743), ma la discesa è più lenta con una riduzione del 10,7% in 11 giorni: rimangono occupati 3.340 posti letto con soglia di saturazione maggiore del 30% in 13 Regioni. Ma, soprattutto, la media di ingressi giornalieri rimane intorno a 200.