Il Governo ha stabilito che dal prossimo 26 aprile ci saranno aperture graduali per le regioni che si troveranno in zona gialla. Un giallo però diverso, non uguale a quello dei mesi scorsi che abbiamo imparato a conoscere ma, un giallo rafforzato. Per molti addetti ai lavori le riaperture sono state solo frutto di una decisione politica, senza contare i rischi legati a nuovi contagi. Così la pensa anche Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e virologia dell’Università di Padova, che – in un’intervista ad “Open” – boccia completamente l’idea delle riaperture.
“Ogni volta gli stessi errori. Non si impara mai. È incredibile. Sono tutte misure fatte senza nessuna valutazione. Nel Regno Unito hanno eliminato alcune misure di distanziamento sociale e portato il Paese in una situazione che è esattamente quella che si intende replicare in Italia a partire dalla prossima settimana. Però con dei parametri completamente diversi. Allora o siamo noi irresponsabili nei confronti della salute o sono irresponsabili gli inglesi nei confronti dell’economia. Non c’è una via di mezzo“.
Sul pass per gli spostamenti dice: “Dipende da come sono impostati e da quali parametri vengono presi in considerazione. Se è basato sul tampone rapido è una boiata pazzesca. Se è basato sulla vaccinazione c’è un problema etico, perché ci sono persone vaccinate per priorità e altre no. L’opzione sui guariti dalla Covid, che hanno quindi gli anticorpi, ha già qualche fondamento in più. Ma è da monitorare“.
Il professor Crisanti infine non chiude la porta a future riaperture ma, spiega con quale criterio queste dovrebbero essere sensate: “Bisogna mantenere le misure attuali e procedere a tambur battente con le vaccinazioni di massa. A questo bisogna unire il sequenziamento dei positivi, per capire se stanno emergendo varianti, e creare implementare il tracciamento. Però vanno eliminati i tamponi rapidi, che sono un elemento di confusione terribile. In otto mesi potremmo uscirne“.