Il Premier Draghi, alla Camera dei Deputati, ha descritto le sette missioni da perseguire attraverso il Pnnr, rendendo noti gli interventi da mettere in campo al Sud per eliminare il divario col resto del Paese.
Queste le sue parole: “Vi proporrei di leggere il piano mettendoci dentro le vite degli italiani. Le nostre ma soprattutto quelle dei giovani, donne, cittadini che verranno. Le attese di chi ha sofferto gli aspetti devastanti della pandemia, le aspirazioni delle famiglie preoccupate per l’educazione e il futuro dei figli, le giuste rivendicazioni di chi un lavoro non ce l’ha o l’ha perso. Le preoccupazioni di chi ha dovuto chiudere la propria attività, per permettere a noi tutti di frenare il contagio. L’ansia dei territori svantaggiati di affrancarsi da disagio e povertà”.
“In questi programmi c’è il destino del Paese, la sua credibilità e reputazione. Nel realizzare questi progetti, ritardi, inesattezze, miopi visioni di parte peseranno direttamente sulle nostre vite soprattutto su quelle dei cittadini più deboli e sui nostri figli e nipoti. E forse non vi sarà più la possibilità di porvi rimedio”.
“Il primo obiettivo è quello di riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica. Abbiamo raggiunto il numero di quasi 120 mila morti. Nel 2020 il PIL è caduto dell’8,9%, occupazione scesa del 2,8%, crollo delle ore lavorate è stato dell’11% il che dà la misura della gravità della crisi.
I giovani e le donne hanno sofferto di un calo di occupazione superiore alla media. Tra 2005 e 2019 il numero di persone sotto la soglia della povertà assoluta è salito dal 3,3 al 7,7% per poi aumentare a poco meno del 10% nel 2020. Ad essere colpiti sono stati donne, giovani e soprattutto nel Mezzogiorno”.
Gli altri due obiettivi: “Il piano affronta alcune debolezze che affliggono da decenni la nostra economia e la società: i perduranti divari territoriali, le disparità di genere, la debole crescita della produttività e il basso investimento in capitale umano e fisico. Infine le risorse del piano contribuiscono a dare impulso ad una transizione ecologica”.
Le riforme e gli investimenti si articolano in 6 missioni che puntano ad affrontare 3 nodi strutturali: colmare le disparità regionali tra Mezzogiorno e Centro Nord, le disuguaglianze di genere e divari generazionali. Le risorse fornite attraverso il dispositivo di ripresa e resilienza dell’UE sono pari a 191, 5 miliardi. Il Governo ha deciso di stanziare ulteriori 30,6 miliardi per il finanziamento di un piano nazionale complementare.
“Sono stati stanziati entro il 2032 ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche. Questi includono la linea alta velocità Salerno-Reggio. Poi è previsto il reintegro delle risorse del fondo sviluppo e coesione utilizzate nell’ambito del dispositivo europeo per i finanziamenti ivi previsti per 15,5 miliardi. Nel complesso 248 miliardi di euro.
A ciò si aggiungono i 13 miliardi resi disponibili dal programma ‘React eu’. Se si tiene conto solo del piano e fondo complementare la quota di progetti verdi è pari al 40% del totale, 27% per i progetti digitali. Il piano destina 82 miliardi al Mezzogiorno sui 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio per una quota del 40%”.
“Nel 2026, cioè al termine, il PIL sarà di circa 3,6 punti percentuali superiore rispetto a uno scenario di riferimento che non tiene conto della sua attuazione. L’occupazione sarà di 3,2 punti più elevata. L’accelerazione della crescita può essere superiore con riforme mirate ed efficaci”.
La prima missione, alla quale sono destinati quasi 50 miliardi, riguarda i temi della digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura per la crescita dimensionale di imprese e filiere ad alta tecnologia. Interventi mirati anche su cultura e il turismo con la valorizzazione di siti storici e culturali per migliorare attrattiva, sicurezza e accessibilità dei luoghi.
La seconda missione, rivoluzione verde e transizione ecologica, si occupa dei grandi temi dell’agricoltura sostenibile, economia circolare, transizione energetica, mobilità sostenibile, efficienza energetica di uffici, edifici, risorse idriche e inquinamento. Ad essa sono destinati circa 70 miliardi.
La terza missione è finalizzata allo sviluppo di una rete di infrastrutture di trasporto moderna, digitale, sostenibile e interconnessa. A tali interventi, sono destinati circa oltre 31 miliardi, soprattutto destinati alla rete ferroviaria. La quarta garantisce il miglioramento qualitativo e l’ampliamento dei servizi di istruzione per un totale di quasi 32 miliardi.
La quinta è destinata alle politiche attive del lavoro e della formazione, inclusione sociale e coesione territoriale. I fondi destinati superano i 22 miliardi. Prevede attività di formazione e qualificazione di lavoratori, misure specifiche per favorire l’occupazione giovanile, l’imprenditoria femminile e un sistema di certificazione della parità di genere che incentivi e imprese a ridurre il gap di genere. In più interventi finalizzati al sostegno delle famiglie, minori, disabili e anziani non autosufficienti oltre alla riqualificazione delle periferie ed aree interne del paese.
Sesta e ultima missione riguarda la salute con l’obiettivo di rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari, oltre al compimento della digitalizzazione. Grande attenzione verso gli anziani: “Dopo le sofferenze della pandemia non possiamo certo dimenticarli”.
Oltre a interventi mirati per favorire l’occupazione di donne e giovani, ci sarà un’attenzione particolare verso il Mezzogiorno: “Bisogna eliminare gli ostacoli che limitano la partecipazione delle donne nel mondo del lavoro. Stanzieremo 4,6 miliardi per costruire nuovi asili nido, scuole materne e servizi per la prima infanzia. L’assegno unico diventerà centrale per il sostegno delle famiglie con figli. Ci sarà un cambio di paradigma delle politiche della famiglia e a sostegno della natalità. Vogliamo offrire un welfare adeguato, una casa e un lavoro sicuro”.
“I giovani beneficeranno delle misure per le infrastrutture sociali e case popolari. Son previste altre risorse per contrarre un muto, acquistare casa, agevolazioni fiscali, ridurre l’anticipo sul mutuo grazie alla garanzia statale rivolta ai giovani. Avremo sistemi di formazione più in linea col mercato del lavoro che agevola l’occupazione giovanile e incontra le esigenze delle imprese oltre alla centralità dello sport nel percorso formativo dei ragazzi”.
“La crescita del Mezzogiorno rappresenta l’altro aspetto prioritario trasversale al piano. Il potenziale di sviluppo del Sud in termini di sviluppo, competitività e occupazione è tanto ampio quanto è grande il suo divario dal resto del Paese. Non è una questione di campanili, se cresce il Sud cresce l’Italia. Più del 50% del totale di investimenti in infrastrutture è diretto al Sud. Gli interventi su economia circolare, transizione ecologica, mobilità sostenibile, tutela del territorio, risorse idriche destinano al mezzogiorno 23 miliardi”.
“A ciò si accompagna la riforma delle zone economiche speciali e un robusto finanziamento alla loro dotazione strutturale. Stimiamo che l’aumento complessivo del PIL del Mezzogiorno sarà pari quasi una volta e mezzo l’aumento del PIL nazionale. L’obiettivo è rendere il Mezzogiorno un luogo di attrazione di capitali privati e intese innovative”