Proprio oggi l’Istat informa che già nel mese di aprile cresce la fiducia di consumatori ed esercenti. Timidi segnali di ripresa in Campania dopo un mese e mezzo di zona rossa. Si rivede la luce in fondo al tunnel con la riapertura dei negozi del commercio al dettaglio rimasti con le saracinesche abbassate per circa 45 giorni. La zona gialla stimola il ritorno alla normalità e di conseguenza gli acquisti. Ma un po’ dovunque i commercianti continuano a soffrire. Anche nella città di Santa Maria Capua si rileva un ritorno allo shopping a rilento.
«Sulla questione dei colori delle zone è stata fatta una sciocchezza nei confronti dell’abbigliamento uomo/donna e calzature – commenta Gerardo Prodomo, titolare delle omonime attività di Caserta e Santa Maria Capua Vetere e referente nella città del Foro per Confcommercio Caserta – , perché sono rimasti aperti tutti gli altri. Solo noi abbiamo dovuto chiudere. Ad oggi non è chiara quale sia la motivazione, segno evidente che si fanno le cose senza criterio. Stessa cosa sta accadendo per la categoria dei ristoratori».
Chi si aspettava si osservare affollamento nei negozi dopo un lungo periodo di astinenza rimane però deluso. Qualcosa in città non funziona, determinando una dispnea collettiva che non sembra trovare una risposta celere ed adeguata: «Santa Maria Capua Vetere presenta di fondo un problema. Che era presente – sottolinea Prodomo – già da prima della pandemia. La gente qui non arriva, perché non riesce a presentarsi in maniera accattivante. E la colpa non è di noi commercianti ma di chi gestisce la cosa pubblica. Se la strada è sporca, se è abbandonata, certamente non si può puntare il dito sui titolari dei negozi. E in una città che si presenta così, è improbabile che ci siano commercianti di alto livello pronti ad aprire attività trainando lo shopping».