L’Università Federico II di Napoli si conferma essere una delle migliori e più apprezzate in Italia, nell’anno della pandemia si è infatti registrato un boom di iscrizioni. A renderlo noto è l’Osservatorio Talents Venture nel rapporto “Come sono cambiate le scelte degli immatricolati nell’anno della pandemia?”.
Come si legge nel testo, l’Università partenopea ha fatto registrare un aumento delle immatricolazioni del +4,4%. Inoltre, nonostante le restrizioni dovute al Covid-19, aumentano del 7% gli studenti fuori sede e addirittura del 15% gli studenti provenienti dall’estero.
Per quanto riguarda l’Università degli Studi di Napoli Federico II, sono state superate le 14.000 immatricolazioni (circa 14.300), posizionandola al terzo posto sul podio tra le Università italiane con numero più elevato di immatricolati in Italia nell’a.a. 2020-2021.
Come spiegato dal delegato all’Orientamento dell’Università, il professore Piero Salatino:
“I risultati della Federico II sono in linea con il trend recente dell’Ateneo risalente all’ultimo quinquennio al quale ha contribuito una pluralità di iniziative lanciate in passato. Tra queste, l’apertura del campus universitario di San Giovanni a Teduccio, dove si è insediata l’Apple Academy. Un’operazione che ha contribuito non solo a sviluppare risorse e infrastrutture in ambito tecnico-scientifico, ma che ha messo in luce anche nuove prospettive di sviluppo nell’ambito delle discipline che l’Osservatorio Talents Venture chiama come ALPH (arte, letteratura, filosofia e storia), ad esempio la realizzazione di un autentico laboratorio di risanamento sociale e di riqualificazione urbanistica in un contesto “difficile” come quello del quartiere San Giovanni.
Un secondo punto da tenere in considerazione ha riguardato una capacità, per niente scontata, del sistema universitario di adattarsi a nuovi contesti. La Federico II, come d’altronde tutte le università, è stata in grado di attivare la didattica a distanza in brevissimo tempo, ma allo stesso modo di tornare con le lezioni in presenza appena è stato possibile farlo.”
E proprio a riguardo della didattica a distanza il professor Salatino dichiara:
“Questa esperienza lascerà sicuramente delle tracce ma penso che la sfida principale per il futuro sarà quella di utilizzare lo strumento tecnologico, che ci ha consentito di dare continuità alle nostre attività in un momento di crisi, avendo la capacità di umanizzarlo e riportarlo all’interno di un’esperienza universitaria completa. Affinché questo possa avvenire con pieno successo, sarà necessario non solo riconsiderare gli strumenti della formazione, con la dovuta attenzione alle tecnologie, ma bisognerà rivedere criticamente anche i contenuti e le metodologie didattiche, aprendosi alle sperimentazioni ed al cambiamento.”