Vaccini, De Luca: “In Campania ancora 200mila dosi in meno. E’ una vergogna”
Mag 13, 2021 - Andrea Favicchio
Il Presidente della Campania, Vincenzo De Luca, oggi in visita all’Ospedale di Caserta ha voluto innanzitutto ringraziare tutto il personale sanitario campano per questi 14 mesi di lotta no stop contro il covid. Dopo i ringraziamenti dovuti, il Presidente ha lanciato ancora una volta una frecciatina nei confronti del Governo, dei media e degli addetti ai lavori.
“Il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi non lo troverete da nessuna parte. C’è una realtà distorta dei fatti, ma almeno noi dobbiamo dire che abbiamo prodotto risultati che non ha prodotto nessuna regione d’Italia. I due dati che misurano la gravità dell’epidemia sono i due dati che non si possono imbrogliare: numero di terapie intensive occupate e numero di deceduti per covid. Rispetto a questi due dati, la Campania è la prima regione d’Italia. Ci sono altre realtà che per dimostrare di al di sotto della soglia del 30% di occupazione delle terapie intensive fanno giochi di prestigio.
Tutto quello che stiamo facendo, che non leggerete nei grandi quotidiani nazionali, lo facciamo con 15mila dipendenti in meno rispetto alla media nazionale. Nonostante questi problemi abbiamo raggiunto dei risultati straordinari.
Tutti i cittadini, dal Piemonte alla Sicilia devono avere lo stesso trattamento sanitario ma, in Italia non è così, questo Paese è un circo equestre. Ancora oggi siamo a 200mila dosi in meno di vaccini per i cittadini Campania. E’ incredibile, è vergognoso, è scandaloso.
Campagna vaccinale, più dosi a Lombardia e Veneto
Mi devo contenere con le parole, sapete che la diplomazia non è tra le mie qualità principali. Ho visto che ieri il Commissario Figliuolo ha detto che vuole aprire ai 40enni. Siccome nelle regioni del nord, c’erano più 70enni, 80enni e 90enni e noi abbiamo gentilmente lasciato più vaccini a loro a gennaio, se arriviamo ai 40enni significa che in Campania ce ne sono di più. Di conseguenza dovremmo avere più vaccini di altri regioni ma se ne sono dimenticati e dunque è una guerra quotidiana per riuscire ad avere la stessa percentuale di vaccini delle altre regioni“.