Il Parco Archeologico di Pompei si arricchisce di nuovi reperti, in particolare la Villa di Poppea (Scavi di Oplontis). “Quattro nuove vetrine allestite nel grande corridoio della piscina. Una selezione di diverse tipologie di materiali provenienti dal sito e solitamente conservati in deposito: lucerne di varie dimensioni e decorazioni, vasellame e oggetti ceramici di uso quotidiano, frammenti di terrecotte architettoniche, una statuetta della Fortuna con altri marmi scolpiti e a rilievo“.
Oplontis, l’attuale Torre Annunziata, fu un insediamento suburbano di Pompei e sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e si dovettero aspettare quasi diciotto secoli prima che Francesco La Vega, architetto e archeologo, ne riportasse alla luce le prime rovina.
La Villa di Poppea rappresenta il monumento principale del sito di Oplonti, unico visitabile, inserita tra i beni che l’UNESCO ha definito “Patrimonio dell’Umanità”. E’ una grandiosa costruzione residenziale della metà del I secolo a.C.
Nel frattempo anche Pompei ha potuto “riabbracciare” sei strappi di affresco, databili al I secolo d.C., che sono stati restituiti lo scorso 18 maggio 2021 al dottor Gabriel ZUCHTRIEGEL, Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei, dal Generale di Brigata Roberto RICCARDI, Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC). La riconsegna è avvenuta nel Museo Archeologico Libero D’Orsi di Castellammare di Stabia.