Inquinamento, De Luca: “Al lavoro per prevenire i tumori. Sentiamo il dovere di intervenire”
Giu 03, 2021 - Veronica Ronza
Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, intervenuto alla presentazione di ‘Spes’, studio di biomonitoraggio condotto dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, che permette di avviare un’attività di prevenzione dei tumori.
De Luca presenta ‘Spes’: “Per un’attività di prevenzione dei tumori”
Queste le sue parole: “Abbiamo ritenuto opportuno illustrare, dopo alcuni anni di lavoro, l’attività e i risultati dell’Istituto essendo uno degli elementi di eccellenza della Regione Campania, in questo caso di unicità. Mi è capitato di vedere notiziari che ci informavano che nel territorio di Brescia sono state sversate tonnellate di inquinanti che hanno devastato intere province. La notizia è durata meno di 24 ore ma senza strascichi, né slogan particolari. Già negli anni passati bastava vedere una mappa dell’Italia su Google per rendersi conto già che le terre dei fuochi erano ormai nel resto dell’Italia non in Campania”.
“Tuttavia, abbiamo ritenuto necessario fare un’operazione verità con un’indagine scientifica. Siamo partiti nel 2016. Già in occasione dell’Expo 2015 a Milano, volevamo presentare i risultati dello studio fatto sull’inquinamento che vedeva il 98% dei terreni campani perfettamente a norma. Facendo una ricerca di base su aria, acqua, prodotti agroalimentari, contesto ambientale (densità, presenza di industrie, discariche) abbiamo ricavato l’indice di pressione ambientale. Sulla base di questo abbiamo isolato 270 comuni, abbiamo proceduto ad una indagine sulle persone valutando una coorte di 30 mila concittadini ridotti poi a 4.200”.
“La ricerca si è sviluppata sul corpo umano, quindi sulla verifica di quanto l’indice di pressione avesse determinate ricadute sull’organismo umano. Questa indagine ha prodotto qualche norma legislativa unica in Italia come quella del catasto unico delle utenze idriche. Abbiamo verificato che avevamo un numero enorme di pozzi abusivi nei quali si prelevava acqua senza nessun controllo e si utilizzava anche per l’allevamento del bestiame. Dunque abbiamo individuato e sanzionato i pozzi non autorizzati”.
Oltre a fornire una fotografia del presente, lo studio si pone come obiettivo quello di contribuire alla prevenzione le patologie oncologiche: “Questo lavoro ci serve soprattutto per il futuro. Abbiamo individuato, in alcuni pezzi di territorio, una presenza particolare di biomarcatori di esposizione e di effetto. Ciò significa che in un’area c’è un particolare livello di inquinamento della falde acquifere, in un’altra c’è diossina nell’aria. Questo ci consente di avviare un’indagine mirata per individuare le cause di queste emissioni o dispersione di fattori inquinanti”.
“Questa iniziativa, che presenta la Campania come all’avanguardia in Italia, ci consente oggi di puntare all’obiettivo di avere una sanità di eccellenza, all’avanguardia anche nel lavoro di prevenzione di fenomeni oncologici. Partiremo a brevissimo per realizzare una casa di comunità ogni 40 mila abitanti. Si è deciso di varare questo progetto per la realizzazione di rete di medicina territoriale a livello nazionale. Avremo una rete di case di comunità a ridosso dei cittadini che diventeranno in primo luogo i terminali più vicini ai cittadini per quanto riguarda gli screening oncologici soprattutto per la popolazione femminile”.
“Faremo attività mirate verso alcune forme di tumori, alla vescica e ai polmoni. Abbiamo scoperto una particolare presenza di tumore ai polmoni in una fascia peri-vesuviana. Sviluppando l’indagine abbiamo rilevato che quelli erano i risultati, dopo decenni, di lavorazioni con l’amianto fatte nelle aree portuali e nei cantieri navali 15/20 anni prima. Il valore di questa operazione è quello di avere la possibilità di mettere in condizione il sistema sanitario di prevenire i fenomeni tumorali. A partire dalla fotografia della situazione ambientale, bisognerà sviluppare un piano di contrasto ai fattori inquinanti o alle cause determinanti problemi oncologici”.
“Abbiamo rilevato anche un paradosso. Il territorio più inquinato non è la terra dei fuochi, abbiamo trovato tassi di inquinamento elevati per alcuni metalli nella Valle del Sabato e dell’Irno a conferma del valore di questa operazione trasparenza”.
“Valuteremo dove si verificano picchi di tumori polmonari, alla vescica, infantili e così via facendo un lavoro mirato di prevenzione. Non mi sembra che questo orientamento sia adottato in altre parti di Italia. Ci muoviamo sulla base di dati scientifici non sul ‘sentito dire’. Laddove rintracciamo situazioni preoccupanti sentiamo il dovere di intervenire immediatamente parlandone”.
“Rispetto a qualche anno fa il quadro non è peggiore, è enormemente migliorato. Se non avessimo fatto questo studio le criticità sarebbero rimaste intatte e non contrastate. Il lavoro non è di contestazione a quello dell’Istituto Superiore. I dati sono dati, noi vogliamo rivendicare il fatto di aver bonificato discariche enormi, terreni rimasti in stato di abbandono, abbiamo rimosso depositi di ecoballe. Elimineremo i 4 milioni e mezzo di ecoballe sparse nei siti ufficiali”.
“Sulla Campania girano solo notizie deformate o ignorate. Questa è la realtà. Stanotte a Bologna, città civilissima e sistema sanitario all’avanguardia, in occasione della vaccinazione per i maturandi c’è stato un problema. Hanno fatto la nottata per aspettare di fare il vaccino, ci sono stati incidenti, accapigliamenti. Abbiamo fatto una stessa operazione in Campania in un contesto di assoluta tranquillità Quella stessa notizia trasferita a Napoli sarebbe arrivata all’Italia come un disastro. A Bologna è una dimostrazione dell’entusiasmo con cui i giovani hanno accolto la vaccinazione”.
Ancora sullo studio: “Se si facesse la stessa operazione nelle aree industriali del Nord vi posso garantire che troveremmo livelli tripli di inquinamento atmosferico. Ma ovviamente siamo in questa bolla mediatica. Cercheremo di seguire i picchi e contrastarli. Io ho un rimpianto perché paghiamo il prezzo della demagogia italiana. Quando hai 70/80 mila loggi abusivi e quelli che abitano non hanno la possibilità di fare il contratto regolare secondo voi dove sversano i liquami?
“Al netto delle situazioni non sanabili, nelle quali bisogna demolire, bisognerebbe realizzare piani di recupero nei quartieri in maniera tale che si regolarizzano almeno le posizioni che riguardano sversamenti idrici. Questo suggerisce la ragione ma siamo in Italia quindi un prezzo lo paghiamo al mancato intervento di risanamento dell’abusivismo rispetto al quale le parole sono tante ma i provvedimenti inesistenti. A Ischia si stanno facendo più abusivi di prima dopo il terremoto”.