Nella città di Gragnano è stato scoperto un acquedotto risalente all’epoca romana. Fino ad oggi l’acquedotto della Valle dell’Imbuto a Gragnano era considerato di origine medievale. Massimo Santaniello, presidente dell’Archeoclub d’Italia- Castellammare di Stabia e autore di questa grande ricerca, ha fatto sapere che presenta delle caratteristiche simili all’acquedotto di Quisisana, a Castellammare di Stabia e per questo motivo non può risalire all’epoca medievale bensì romana.
L’acquedotto si estende per circa 6 km di cui 3000 mila conservati in ottime condizioni. Ad oggi sono due gli acquedotti che alimentavano la città di Stabia, e pare ce ne sia addirittura un terzo a cui si sta lavorando per portarlo alla luce. Le attività di ricerca sono state promosse dalla guida turistica della Wolfgang Martin Murmann, che sta seguendo attentamente i passaggi.
Grazie ad attività di sopralluoghi, studio dei materiali di cui è composto l’acquedotto e dopo aver rivelato la presenza di strutture romane sulla collina, si è giunti a questa scoperta. Per di più è molto probabile che siano le stesse persone ad aver creato entrambi gli acquedotti, secondo Massimo Santaniello. Una volta superato un tratto inagibile, l’acquedotto supera alcuni dislivelli con delle arcate e attraverso un pozzo verticale continua il suo corso verso la valle.
A fine settembre sarà possibile visitare le ville romane e gli Acquedotti della città di stabia grazie al Press Tour di Archeoclud d’Italia.