Oggi 4 giugno si celebra la festa di San Filippo Smaldone. L’apostolo che dedicò la sua vita agli ultimi e in particolare ai sordomuti nacque a Napoli il 27 luglio del 1848 e morì a Lecce il 4 giugno del 1923. Durante il suo sacerdozio si ammalò di colera e fu anche protagonista di una fake news. E’ ritenuto il fondatore della congregazione delle suore Salesiane dei Sacri Cuori per l’educazione dei sordomuti e per questo fu beatificato nel 1996 e proclamato santo dieci anni dopo da papa Benedetto XVI.
Come si legge sul sito della Congregazione:
“Siamo una famiglia religiosa nella Chiesa, fondata in Lecce – Italia, il 25 marzo 1885, da don Filippo Smaldone che chiamò ufficialmente “Istituto delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori” con il carisma specifico di far conoscere l’amore misericordioso di Dio agli emarginati del tempo, svolgendo come apostolato fondamentale l’evangelizzazione dei sordomuti attraverso la loro istruzione e formazione. La denominazione “Suore Salesiane dei Sacri Cuori” è stata scelta dal fondatore ad indicare il modello di spiritualità in San Francesco di Sales, caratterizzato da un’attenzione all’uomo, specie se in stato di bisogno, e dall’amore misericordioso e materno dei Cuori di Gesù e di Maria. L’Istituto ebbe il decreto diocesano di erezione canonica il 27 gennaio 1895, il decreto di lode da Benedetto XV il 30 novembre 1915; fu riconosciuto di diritto pontificio da Pio XI il 21 giugno 1925“.
San Filippo Smaldone, grazie alla collaborazione con don Lorenzo Apicella, direttore della Pia Casa per i sordomuti di Santa Maria ai Monti in Napoli, prestava servizio in tutto il napoletano, persino a Salerno, Sorrento, Ischia ed Amalfi.
E’ il Santuario di Pompei a raccontare su Facebook che l’apostolo fu anche vittima di una bufala. Ammalatosi di colera, molti giornali ne annunciarono la morte. In realtà San Filippo Smaldone si salvò per intercessione della Madonna di Pompei:
“Si celebra oggi la festa di San Filippo Smaldone, apostolo dei sordomuti, che s’ammalò di colera durante la terribile epidemia che colpì Napoli nel 1884. Il sacerdote non si tirò indietro quando si trovò a soccorrere gli ammalati tanto che il 13 settembre di quell’anno fu aggredito da una febbre colerica che lo ridusse in fin di vita. Il 16 dello stesso settembre un giornale di Napoli, “La Discussione”, al numero 257 ne riportò l’elogio funebre in terza pagina, con queste precise parole: “Un’altra vittima ha immolato il feral morbo, e questa mattina è il Reverendo sacerdote don Filippo Smaldone, che nella parrocchia di Loreto ha esercitato il suo sacerdotale ministero con abnegazione degna del ministro del Signore, assistendo in tutte le ore i colerosi della sezione Mercato. Volontario martire del dovere, prega ora presso il trono del misericordioso Iddio, per la cessazione del flagello che travaglia Napoli”. Insomma, ne avevano annunciato la morte. Una fake news, diremmo oggi“.
Un vero miracolo secondo alcuni.
“Il Beato Bartolo raccontò infatti sulle pagine de “Il Rosario e la Nuova Pompei”: «Un bel giorno di ottobre vediamo presentarsi a noi il Signor Pasquale Smaldone fratello del compianto Sacerdote; ilare e festivo darci questo annunzio: “Mio fratello Filippo verrà di persona a celebrar la Messa di ringraziamento alla Vergine di Pompei”. “Come? Non è morto vostro fratello? E tutti i giornali e noi gli abbiamo applicati i suffragi!”. “No: è vivo ancora, e vive per la Vergine del Rosario di Pompei!”.