L’infettivologo Massimo Galli si è pronunciato in merito alla somministrazione del vaccino Pfizer alla fascia d’età 12-17. Il dottore del Sacco di Milano ha contestato la decisione della Germania di non somministrare il farmaco ai ragazzi dai 12 ai 17 anni.
“Non mi sembra una grande idea quella di assumere atteggiamenti di questo tipo nei confronti del vaccino dei più giovani. E comunque, con le nuove varianti, tra i più giovani il virus circola, al momento senza effetti gravi ma non sappiamo per il futuro.
Anche nell’ottica di limitare una circolazione maggiore del virus sono del parere che la vaccinazione sia un fatto ad oggi, anche nei ragazzi, sostanzialmente positivo. Veri elementi per dire che non vada bene, al momento, non ce ne sono. Ci sono più elementi a favore” comunica il direttore di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano ad Adnkronos.
Poi prosegue:“Dunque è evidente che per la questione vaccini vanno considerati due elementi: l’interesse generale della popolazione e quello individuale, nel rispetto del rapporto rischio- beneficio di chi si vaccina. Se per il vaccino a vettore virale ho pochi dubbi sul fatto di dover riconsiderare l’uso nei giovani, per quanto riguarda l’uso del vaccino Pfizer tra gli adolescenti mi iscrivo ancora tra quelli che hanno una posizione, sulla base dei dati disponibili, che considera globalmente che il beneficio del vaccino superi i rischi che qualcuno prospetta”.
Galli sottolinea, dunque, che per quanto il virus non porti, nella maggior parte dei casi, i giovani in terapia intensiva, ci sia un rischio futuro, perciò consiglia il vaccino a questa fascia d’età.