La variante indiana, conosciuta ora come variante delta, inizia a preoccupare anche l’Europa. Boris Johnson, Primo Ministro del Regno Unito, ha deciso di rimandare ancora per un mese le riaperture locali proprio a causa del diffondersi della nuova forma di covid.
Secondo i dati analizzati dai ricercatori, la variante indiana è la forma predominante di coronavirus pandemico circolante nel Regno Unito e si ritiene che sia del 60% più contagiosa di quella inglese. Due dosi di vaccino forniscono comunque una forte protezione contro il mutante, sebbene inferiore rispetto a quella contro la variante inglese.
In particolare, il vaccino Pfizer-BioNTech fornisce contro questa variante una protezione del 79%, rispetto al 92% di protezione con la variante inglese. Per il vaccino Oxford-AstraZeneca, invece, è stata rilevata una protezione del 60% contro le infezioni dovute alla variante indiana, rispetto al 73% della variante inglese.
Anche l’Italia sta iniziando ad allarmarsi sui primi casi sospetti di variante delta, scoperti ieri in Puglia, oltre ad alcuni possibili casi in Cilento. Proprio sull’argomento variante delta è intervenuto su Twitter Roberto Burioni, Professore di Virologia all’Università San Raffaele di Milano e Direttore scientifico Medical Facts.
Il virologo ha spiegato la pericolosità soprattutto per i non vaccinati da qui in autunno: “La variante alfa (inglese) è del 60% più contagiosa di quella originale che ha causato le due ondate l’anno scorso. La variante delta (indiana) è del 60% più contagiosa della variante alfa. In autunno i non vaccinati si troveranno in una situazione molto pericolosa“.