Risarcimento per coloro che hanno meno di 60 anni e hanno ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca. Si tratta dell’azione collettiva lanciata da Codacons, a seguito delle ultime decisioni prese in merito alla seconda dose del farmaco AstraZeneca. Chi ha infatti ricevuto la prima somministrazione con questo vaccino ora dovrà affidarsi all’immunizzazione eteronoma, come stabilito dal ministero della Salute su indicazione del Comitato Tecnico Scientifico e dell’Aifa.
Non importa che gli esperti abbiano assicurato che la somministrazione della seconda dose con un vaccino diverso non sia pericolosa. L’associazione dei consumatori, sul sito, ha già deciso di mettere a disposizione die cittadini una diffida per il risarcimento del danno. “Le indicazioni dell’Aifa sull’utilizzo del vaccino Astrazeneca nel corso del tempo sono cambiate più volte.” è possibile leggere sul sito come preambolo per la diffida. La diffida messa disposizione riguarderebbe tre distinte fattispecie di risarcimento del danno.
Il primo citato sarebbe per il “danno non patrimoniale causato dalla paura di ammalarsi per aver ricevuto la somministrazione del vaccino Astrazeneca”. Si tratterebbe di un danno riconosciuto dalla Giurisprudenza, informa Codacons, da ormai svariati anni, in particolare a seguito del “caso Seveso” del 1976. In questo caso, “il danno morale lamentato da soggetti che provino in concreto di avere subito un turbamento psichico di natura transitoria a causa dell’esposizione a sostanze inquinanti è stato riconosciuto risarcibile autonomamente, anche in mancanza di una lesione all’integrità psico-fisica accertata o di altro evento produttivo di danno patrimoniale”.
Il secondo caso di risarcimento riguarderebbe il danno non patrimoniale-biologico. Un danno, come si legge, permanente o temporaneo, riportato per essere stato sottoposto alla vaccinazione Astrazeneca, con riserva di indicazione e quantificazione specifica. L’ultimo caso di risarcimento sarebbe previsto invece a carico dello Stato per aver sottoposto il soggetto ad una vaccinazione da cui devierebbe la menomazione psicofisica permanente da valutarsi e quantificarsi nel prosieguo.
Ancora da accertare la possibilità di riuscita della richiesta di risarcimento. Sarebbe infatti da dimostrare in tribunale le possibili conseguenze derivate dalla cancellazione della seconda dose di AstraZeneca. Soprattutto per la questione della menomazione psicofisica “permanente” a seguito del cambio di vaccino tra prima e seconda dose. In secondo luogo, da constatare la possibilità di utilizzo nella prassi il “caso Seveso”. Il caso, infatti, riguarda un nuvola di diossina che fuoriuscì a causa di una fuga avvenuta nel reattore di un’industria chimica in provincia di Monza, che arrivò fino alla città di Seveso. Nei giorni successivi morirono un numero non indifferente di animali e cominciarono a presentarsi sintomi di intossicazione nei cittadini. Una situazione, quindi, che sembrerebbe paragonabile a quella creatasi con i vaccini sopracitati.