Antonio Bassolino, il candidato sindaco di Napoli che porta avanti una campagna elettorale scandita da vari incontri con i cittadini, oggi ha tenuto un comizio a Piazza Carità. In questa occasione, Bassolino si è soffermato sul ruolo sociale della politica e sui modi in cui quest’ultima è cambiata negli ultimi anni.
“La politica deve essere fatta di social, delle forme più moderne della comunicazione, ma la politica è anche molto rapporto umano, guardarsi negli occhi, saper dialogare”, ha dichiarato Bassolino. “È così che molti di noi hanno imparato a fare politica, attività nobile dell’umanità. L’abbiamo imparato fin da ragazzi.
Io l’ho imparato leggendo le “Lettere dal Carcere” di Antonio Gramsci, e poi la mattina prima di andare al liceo, andando nelle piazze attorno a Napoli, dove si svolgeva un vergognoso mercato delle braccia e dove i caporali tastavano i muscoli dei nostri braccianti, come oggi avviene per tanti immigrati e anche per tanti meridionali e italiani.
“Quando ero piccolo mi dicevano, se ti vuoi salvare prenditi la patente dell’onestà e scappa via, o schierati con la camorra. Per fortuna abbiamo scelto una terza strada, quella di restare e resistere sui territori perché pensiamo che questa è terra nostra, non della camorra. Ce lo hanno insegnato i briganti prima e i partigiani poi: quello che ci appartiene va difeso“.
Riguardo al bene confiscato, Corona fa un appello alle istituzioni. “Da 4 anni aspettiamo i permessi per poterci lavorare. Non ci lavoro io là sopra: ci lavorano 11 detenuti che hanno scelto di cambiare vita, che ogni mattina arrivano dal carcere e ci tornano la sera. È questo che ci serve: che la città possa ripartire dalle periferie col dialogo e non semplicemente con gli slogan“-