Garibaldi bianconero, la Polizia sequestra gli striscioni. Gli attivisti: “Basta oppressori”
Giu 23, 2021 - Veronica Ronza
La protesta organizzata dagli attivisti di ‘Napoli Capitale’, che hanno coperto la statua di Garibaldi con la maglia della Juventus, è stata placata dalla Polizia che ha provveduto al sequestro degli striscioni, identificando i responsabili.
Garibaldi con la maglia della Juventus: interviene la Polizia
Gli esponenti di ‘Napoli Capitale’ questa mattina hanno coperto con la maglia della Juventus il busto del cosiddetto ‘eroe dei due mondi’, artefice di quell’unificazione italiana che poco ha giovato alla Campania e all’intero Sud Italia. La storia del Mezzogiorno d’Italia, infatti, fu rivoluzionata proprio in quel lontano 1860, quando Garibaldi strappò quella parte del Paese ai Borbone per consegnarla a Vittorio Emanuele II.
Dall’unificazione in poi per il Meridione, che con i Borbone divenne uno dei territori più floridi d’Europa, ebbe inizio un progressivo declino sociale ed economico, che fece sorgere quella dolorosa ‘questione merdionale’ che sembra non esser stata ancora risolta.
Da qui la volontà, da parte degli attivisti meridionali, di non esaltare uno dei simboli di tale retrocessione. Più volte, infatti, sono state lanciate petizioni per sostituire la statua di Garibaldi con quelle di alcuni esponenti illustri della città come Totò o Maradona.
Lo striscione con su scritto ‘Garibaldi era juventino’ è stato sbandierato in forma ironica, collegando il disprezzo dei napoletani per l’autore dell’unificazione a una delle offese peggiori per un partenopeo: quella di appartenere alla tifoseria bianconera.
Le forze dell’ordine sono sopraggiunte sul posto durante il blitz di Napoli Capitale, provvedendo al sequestro del materiale e all’identificazione degli attivisti. Questi ultimi non hanno opposto resistenza, nel rispetto del lavoro svolto dagli agenti, ma non sono intenzionati a mollare, facendo prevalere le proprie rivendicazioni.
Enzo Rivellini, Presidente di Napoli Capitale, ha spiegato: “Non ci lasceremo intimidire, siamo in un Paese libero e possiamo esprimere civilmente le nostre idee. La nostra è stata una protesta politica e non una manifestazione di colore.
Alle accuse di una mera questione folkloristica, o addirittura populistica, desidero ricordare che se oggi ho la possibilità di alzare la voce in difesa della mia città è proprio grazie a questa iniziativa, che ha raggiunto lo scopo di suscitare l’interesse dei napoletani e dei non napoletani sulle tante ingiustizie che purtroppo subiamo”.
“Voglio anche chiarire che non sono né un separatista né un anti italiano, tutt’altro. Da uomo di destra mi sento profondamente italiano, ma questo non significa negare la propria storia e le proprie radici. Il padre della lingua italiana, Dante, è nato centinaia di anni prima dell’Unità d’Italia, ma nessuno può negare che sia stato un italiano.
Quindi, io sono orgogliosamente italiano anche se ricordo con dignità e a testa alta la mia storia e la mia cultura di cittadino di Napoli Capitale. Questa città ha una grande storia e una straordinaria cultura, una città che merita di essere amministrata da chi la ama profondamente e proprio adesso, che attraversa uno dei momenti più bui, deve riemergere dalle ceneri. Dopo un sindaco fatuo e una gestione folkloristica è tempo di persone capaci. Basta oppressori e sfruttatori” – ha concluso.