Emilio Fede ha chiarito lo spiacevole episodio del blitz della polizia nella sua stanza d’albergo a Napoli, effettuato la notte dopo i funerali della moglie. Questa ha spiegato il giornalista all’Adnkronos, si è trattato di un semplice disguido.
“C’è stato un disguido nelle comunicazioni fra poliziotti e carabinieri, con i primi che si sono venuti a trovare davanti alla descrizione di una situazione che invece per i secondi era diversa”. Tuttavia, spiega lo stesso Fede, “tutto si è risolto in un chiarimento, lungo e alle 4 di notte in hotel, ma assolutamente non offensivo per nessuno, e con una stretta di mano. Certo, per me è stato un grande dolore“.
“Devo un grande rispetto alle forze dell’ordine, lo stesso che aveva sempre mia moglie e che io devo continuare ad avere, anche per rispetto alla sua memoria“, afferma ancora l’ex direttore del Tg4. I controlli effettuati dalla polizia nella camera occupata da Emilio Fede erano mirati a verificare che il giornalista fosse in possesso delle autorizzazioni necessarie a effettuare quello spostamento.
“A Napoli posso mangiare in hotel. Dovrei dormire obbligatoriamente a Villa Lucia ma non me la sento di stare accanto alla camera dove lei non c’è più“, confessa Emilio Fede. “Non ce la faccio, a costo di rischiare qualunque cosa: chiederò per pietà di cambiare questa cosa, che è una tragedia nella tragedia, e poi dovrò rientrare a Milano, anche se io amo Napoli perché mia moglie amava Napoli“.