Il professor Giulio Tarro, medico e virologo noto per aver contribuito ad arginare l’emergenza colera a Napoli, è tornato ad affrontare la questione dei vaccini anti-covid soffermandosi sulle donne gravide e le possibili conseguenze sul feto.
L’esperto, che in tema covid ha più volte manifestato un pensiero contrapposto alle teorie dominanti, ha rivelato: “Con i nuovi vaccini a mRNA alcune regioni del genoma del virus si legano al gene delle cellule umane. Si è vista la possibilità di attivazione di geni umani associati a rischio di malattie autoimmuni. Inoltre, nei soggetti in età fertile l’mRNA potrebbe indurre modifiche sugli spermatogoni o sugli ovuli con prospettive di alterazioni genetiche nei feti che solo il tempo potrebbe essere in grado di escludere”.
“Infatti questo tipo di vaccino è sconsigliato alle donne incinte come pure viene sconsigliata la gravidanza fino a due mesi dopo la sua inoculazione” – ha concluso riferendosi ai farmaci anti-covid prodotti da Pfizer-Biontech e Moderna.
Diverse sono state le notizie circolate sui probabili rischi dei vaccini anti-covid ai danni della fertilità maschile e dei problemi legati alla gravidanza. Sul primo punto si tratta di vere e proprie fake-news smentite da uno studio recente pubblicato su ‘Jama’: i ricercatori hanno, infatti, dimostrato che il farmaco non altera il livello di spermatozoi, non riducendo, dunque, la fertilità negli uomini.
Quanto alle possibili complicazioni al feto, ipotizzate dal professor Tarro, al momento, visto anche il breve lasso temporale, non vi sono studi esaustivi sulla sicurezza ed efficacia del farmaco. Eppure, la maggioranza degli esperti sostiene che il vaccino non produca effetti dannosi per le donne in gravidanza, né tantomeno per i nascituri.
Lo stesso Ministero della Salute chiarisce: “Gli studi condotti finora non hanno evidenziato né suggerito meccanismi biologici che possano associare i vaccini a mRNA ad effetti avversi in gravidanza e le evidenze di laboratorio su animali suggeriscono l’assenza di rischio da vaccinazione. Se una donna vaccinata scopre di essere in gravidanza subito dopo la vaccinazione, non c’è evidenza in favore dell’interruzione della gravidanza”.
Contempla, tuttavia, la possibilità di posticipare la seconda dose per le donne gravide: “Se una donna scopre di essere in gravidanza tra la prima e la seconda dose del vaccino può rimandare la seconda dose dopo la conclusione della gravidanza, eccezion fatta per i soggetti ad alto rischio”.
Anche il position paper diffuso dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostretricia, sembra escludere qualsiasi pericolo: “Il JCVI (Joint Committe on Vaccination and Immunisation) ha dichiarato che non sono stati identificati problemi di sicurezza specifici relativi alla vaccinazione in gravidanza: negli Stati Uniti circa 90.000 donne in gravidanza sono state vaccinate, principalmente con i vaccini Pfizer e Moderna, senza che sia stato sollevato alcun problema di sicurezza. Anche le donne che pianificano la gravidanza, nell’immediato postpartum o che allattano possono essere vaccinate a seconda della loro età e del gruppo di rischio clinico. Non sembrano esserci limitazioni in termini di tipologia di vaccino per quest’ultima categoria”.