L’emergere di varianti del Coronavirus ha fatto sorgere non poche preoccupazioni sia nei cittadini che in scienziati e ricercatori di tutto il mondo. Basti pensare che un 28enne è stato ricoverato nel Napoletano a causa della variante Delta, nonostante fosse vaccinato. E proprio riguardo alla variante Delta, l’azienda biotecnologica Moderna, pioniera nelle terapie e nei vaccini con RNA messaggero (mRNA), ha annunciato i nuovi risultati degli studi di neutralizzazione in vitro del suo vaccino contro il Covid e le varianti della Sars-CoV-2.
La vaccinazione con il farmaco di Moderna ha prodotto titoli neutralizzanti contro tutte le varianti testate, comprese versioni aggiuntive della variante Beta (B.1.351, identificata per la prima volta in Sud Africa), tre varianti di lignaggio di B.1.617 (identificate per la prima volta in India), tra cui le varianti Kappa (B.1.617.1) e Delta (B.1.617.2); la variante Eta (B.1.525, identificata per la prima volta in Nigeria); e le varianti A.23.1 e A.VOI.V2 identificate per la prima volta in Uganda e Angola, rispettivamente. Questi dati sono stati inviati e presentati a bioXRiv.org.
“I sieri dei partecipanti immunizzati con un programma di potenziamento primario con il vaccino mRNA-1273 COVID-19 sono stati testati per l’attività neutralizzante contro diverse varianti di SARS-CoV-2, comprese le varianti di preoccupazione (VOC) e le varianti di interesse (VOI), rispetto a neutralizzazione del virus SARS-CoV-2 wild-type (designato come D614G)”, si legge nello studio.
“I risultati hanno mostrato effetti minimi sui titoli di neutralizzazione contro la variante B.1.1.7 (Alpha) (riduzione di 1,2 volte rispetto a D614G); altri VOC come B.1.351 (Beta, inclusi B.1.351-v1, B.1.351-v2 e B.1.351-v3), B.1.617.2 (Delta) e P.1 (Gamma) hanno mostrato una riduzione della neutralizzazione, titoli che vanno da 2,1 volte a riduzioni di 8,4 volte rispetto a D614G, sebbene tutti siano rimasti suscettibili alla neutralizzazione del siero indotta dall’mRNA-1273”.
Lo studio è stato fatto valutando l’attività neutralizzante di campioni di siero prelevati da otto partecipanti allo studio, una settimana dopo aver ricevuto la seconda dose del vaccino, testandola contro le diverse varianti virali e confrontandola rispetto al ceppo originario. Come risultato è emerso dunque che la seconda dose di vaccino a mRNA-1273, dovrebbe produrre più anticorpi per la variante Delta che per la Beta (ex sudafricana).
“Questa analisi ha anche mostrato una modesta riduzione dei titoli neutralizzanti contro le varianti Delta (2,1 volte), Gamma (P.1, 3,2 volte), Kappa (3,3-3,4 volte) ed Eta (4,2 volte) rispetto a quelle contro il ceppo ancestrale – si legge in una nota pubblicata dalla società Moderna.
“Coerentemente con i risultati precedenti, è stata osservata una riduzione di 7,3 o 8,4 volte dei titoli neutralizzanti con le versioni aggiuntive della variante Beta rispetto al ceppo ancestrale. Inoltre, è stata osservata una riduzione di 8,0 volte dei titoli neutralizzanti rispetto al ceppo ancestrale con A.VOI.V2, la variante identificata per la prima volta in Angola, ma attualmente non designata come Variante di interesse.
Moderna sta perseguendo una strategia di sviluppo clinico contro le varianti emergenti per affrontare in modo proattivo la pandemia mentre il virus continua ad evolversi. La Società sta anche studiando mRNA-1273.211, un candidato di richiamo multivalente che combina una miscela 50-50 di mRNA-1273, il vaccino autorizzato di Moderna contro i ceppi ancestrali e mRNA-1273.351 in un singolo vaccino a diversi livelli di dose in uno studio in corso”.
A pronunciarsi, come riportato nella nota, è anche Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna: “Mentre cerchiamo di sconfiggere la pandemia, è imperativo essere proattivi mentre il virus si evolve. Rimaniamo impegnati a studiare le varianti emergenti, generare dati e condividerli non appena disponibili. Questi nuovi dati sono incoraggianti e rafforzano la nostra convinzione che il vaccino Moderna COVID-19 dovrebbe rimanere protettivo contro le varianti appena rilevate. Questi risultati evidenziano l’importanza di continuare a vaccinare le popolazioni con un vaccino di serie primaria efficace”.