Si è spento mercoledì, ad 80 anni, il regista Arnaldo Delehaye. Fiero cittadino della città di Napoli, ha dato la sua carriera per valorizzare la forza di questa terra. Il suo percorso era iniziato a soli 22 anni partecipando ad un film intitolato ‘Le quattro giornate di Napoli’. Non a caso, anni dopo, il suo maggior successo è stato ‘Bruciate Napoli,’ che racconta la storia di una famiglia alle prese con i moti della quattro giornate. Un altro suo grande successo l’ha visto alla direzione del programma Strike, con Massimo Troisi. Ancora, ha incontrato Luciano De Crescenzo ed altri personaggi che rappresentano la pura e bellissima napoletanità. Ha realizzato un video musicale con Pino Daniele. Ma il maestro Arnaldo era anche impegnato nel sociale: è stato docente nel carcere minorile di Nisida.
La notizia della morte è stata data da un figlio tamite il suo profilo facebook:
L’ultimo CIAK è stato dato… 🎬
A nome di papà ringrazio tutti della vicinanza e dell’affetto 💙
Vi lascio con un suo ultimo pensiero:
Tutto inizia con un pianto e un vagito…
È l’inizio di un lungo viaggio che giorno per giorno ti fa conoscere il mondo sotto ogni suo aspetto
Vivrai: gioie, dolori, felicità, estasi, dubbi, cattiverie, gelosie, amici e nemici e la realizzazione di sogni che ti sembravano impossibili; ma la mente umana è capace di farteli realizzare.
Mai perdere la speranza.
Poi … arriva il traguardo e non pensavi mai che sarebbe arrivato !
Arrivato ? No ! è un viaggio che non finisce, ti apre nuovi orizzonti dove tutto si trasforma e attraverso un vetro argentato vedi un verde paesaggio e una meravigliosa aurora
Ciao papà, riposa in pace!Pubblicato da Delehaye Arnaldo su Mercoledì 30 giugno 2021
I funerali si terranno questa mattina nella chiesa di San Pasquale a Chiaia.
Il film di punta del regista scomparso lo scorso mercoledì è ‘Bruciate Napoli’, un docufilm in omaggio a Nanni Loy, regista di ‘Le Quattro Giornate’ di Napoli. Attraverso le immagini dell’epoca il regista ci porta in un viaggio alla scoperta della forza della città di Napoli che, in soli quattro giorni, riuscì a liberarsi da sola dalla sottomissione ai tedeschi. Vivendo con una famiglia del Vomero, lo spettatore si immerge, per circa due ore, completamente in quei quattro duri, lunghi ed intensi giorni.