Prosegue il processo sulla morte di Lucia Caiazza, la donna che nel maggio dello scorso anno perse la vita, e, nella giornata di oggi, la Procura di Napoli Nord ha chiesto 20 anni di reclusione per il compagno, Vincenzo Garzia, accusato di averla picchiata a morte.
Per gli inquirenti il tragico epilogo sarebbe da ricondurre alle percosse subite dalla donna durante il periodo dal 4 al 10 maggio, quando l’intera Nazione si trovava in pieno lockdown. Le continue violenze fisiche avrebbero devastato il corpo di Lucia che, giunta in ospedale per forti dolori all’addome, non riuscì a reggere. Il 14 dello stesso mese, infatti, la donna morì.
Nel corso del processo, che si sta svolgendo presso la Corte di Assise di Napoli, sono stati ascoltati anche diversi amici della donna, dando conferma dell’atteggiamento violento dell’uomo. Per lui, 47enne di Arzano arrestato lo scorso ottobre dai Carabinieri, stando a quanto rende noto l’Ansa, la Procura ha chiesto 20 anni di reclusione.
Sull’uomo pesa l’accusa di omicidio preterintenzionale aggravato da futili motivi che lo avrebbero spinto a stroncare la vita della 52enne. Il tutto senza che la vittima mostrasse resistenza né volontà di denunciare quanto accaduto. Un atteggiamento che sembra trapelare anche dalle testimonianze dei familiari. Stando al racconto della sorella e delle figlie, infatti, negli ultimi tempi la donna non era più la stessa, risultando sempre triste, come se avesse perso la voglia di vivere.