Lotito ce la fa, la Salernitana è iscritta in Serie A: ecco come funziona il trust
Lug 07, 2021 - Chiara Di Tommaso
E’ arrivato oggi pomeriggio l’ok da parte del Consiglio Federale della Figc all’iscrizione della Salernitana in Serie A. In questo modo Lotito avrà due club in A, la Lazio e la Salernitana, ma per il club campano entro sei mesi dovrò arrivare il cambio di proprietà.
Come reso noto in un comunicato dalla Figc:
“Con il voto favorevole di tutti i consiglieri (astenuto Balata, il presidente della Serie B), il Consiglio Federale ha approvato le condizioni presentate dal trust ‘Salernitana 2021’. La valutazione del Consiglio, che ha preso atto del parere positivo della COVISOC in merito alla valutazione della previsione finanziaria e della conseguente indipendenza, si è incentrata sul rispetto delle indicazioni richieste dalla FIGC per rendere il trust effettivamente indipendente dalle società disponenti e dalla SS Lazio“.
COSA E’ UN TRUST
La Salernitana risulta intestata a Lotito con il cognato, Marco Mezzaroma. In pratica le regole della Figc, come quelle degli altri campionati europei, vietano che uno stesso proprietario abbia più club che partecipano allo stesso torneo. Con la promozione della Salernitana in A (arrivata seconda lo scorso anno in B), Lotito si troverebbe ad avere sia la Lazio che il club campano nel massimo campionato. Ciò potrebbe comportare meline o accordi per favorire una delle due squadre in ottica salvezza o scudetto. Da qui la sospensione dell’iscrizione e l’indicazIone di vendere entro il 25 giugno. Inizialmente Lotito e Mezzaroma avevano presentato un trust (una società gestita da persone di fiducia in cui vengono trasferite le quote) che era stato bocciato dalla Figc. La Treccani definisce il trust come:
“Una coalizione di imprese mediante la quale aziende similari o tra loro in rapporto di complementarità si fondono in un complesso economico a direzione unitaria al fine di ridurre i costi di produzione, aumentare i profitti e ottenere un controllo parziale o totale del mercato. Si distingue dal cartello, che concerne solo il controllo dei prezzi e delle quote di mercato, ma non comporta integrazione. Società fiduciaria. Istituto giuridico caratteristico del diritto anglosassone che consente di dar vita a un fondo (t. fund) con patrimonio autonomo, amministrato da un fiduciario.
Il t. fund è creato per iniziativa di un donatore che immette nel fondo beni mobili e immobili dei quali trasferisce la proprietà a un amministratore fiduciario (trustee), tenuto ad agire secondo le istruzioni del primo per il raggiungimento di uno scopo (t. di scopo) o nell’interesse di un beneficiario (t. con beneficiario). Le motivazioni sono di separare il patrimonio del fondo dai destini personali del donatore (o di suoi eredi) che è esposto fra l’altro, almeno nei Paesi di diritto anglosassone, alle insidie del fallimento personale. In Italia il t. fund ha trovato spazi applicativi, pur in carenza di una normativa specifica, dopo la ratifica della Convenzione dell’Aja del 1° luglio 1985 (l. 364/1989, in vigore dal 1° gennaio 1992). Per il resto, in attesa di una normativa nazionale, ci si è limitati a precisazioni relative agli aspetti fiscali e tributari con la legge finanziaria 2007 e con la circolare 48/E/2007 dell’Agenzia delle entrate“.
Ora invece è arrivato l’ok sul trust ma il presidente Gravina precisa:
“Non sono state fatte valutazioni politiche su questo tema il mio unico obiettivo è la tutela del calcio italiano. Accettate le richieste per rendere indipendente il trust, adesso entro sei mesi la Salernitana dovrà cambiare proprietà, altrimenti è fuori dalla Serie A”.
Quello creatosi è una sorta di vuoto legislativo che sta spingendo il Consiglio federale a lavorare a una nuova norma che disciplini le multiproprietà anche per le situazioni pregresse (come nel caso di Lotito con la Lazio in A e lo scorso anno la Salernitana in B).