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Flop Concorso per il Sud, stipendio basso e posto non fisso: assunte 821 persone su 2800 posti

Il Concorso per il Sud si sta rivelando essere un flop. Presentato a marzo scorso come una grande occasione per 2800 professionisti (di cui 642 posti in Campania), sono pochissimi i candidati che lo hanno vinto e ancora meno quelli che accetteranno l’incarico (per ora solo 821 assunti). Troppo basso lo stipendio (1400 euro) per figure professionali specifiche e nessuna certezza di un posto fisso ma solo contratti a tempo determinato (tre anni) nella pubblica amministrazione delle Regioni del Mezzogiorno.

IL FLOP DEL CONCORSO PER IL SUD

In pochi si sono presentati alla prima prova effettuata a metà giugno, basti pensare che degli 8.582 candidati ammessi in molte Regioni la metà ha lasciato banchi vuoti. Ciò ha spinto il Dipartimento della Funzione pubblica a modificare il bando eliminando il limite originariamente fissato per l’ammissione alla prova scritta, pari a tre volte il numero dei posti messi a bando più gli ex aequo. Sono state quindi richiamate 70 mila persone che inizialmente erano state escluse.

Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, nei giorni scorsi è intervenuto alla tavola rotonda “Investire sul futuro: l’Italia alla sfida del Next Generation Eu” organizzata dalla 24Ore Business School. Come riportato da Open ci sarebbe stata una prima ammissione che qualcosa nel Concorso per il Sud non ha funzionato. Le preselettive escludevano infatti neolaureati richiedendo solo professionisti con alte competenze (l’età media di chi ha vinto è infatti 35-40 anni) che non possono permettersi di lasciare un lavoro per un posto con uno stipendio inferiore e nessuna certezza del futuro:

Forse abbiamo sbagliato qualcosa perché il contratto a termine, forse, non è così appetibile, un salario medio basso non è così appetibile per cercare delle skills specialistiche e il gioco è complicato. Ha pagato l’impianto originario del concorso, impostato dal precedente governo per reclutare esperti con contratti a tempo determinato e retribuzioni standard medio-basse. Evidentemente l’offerta è stata giudicata insufficiente. Ha pesato anche, oltre al perdurare dello stato di emergenza legato al Covid, la contemporanea ripresa di molti concorsi pubblici che favorisce da parte dei candidati una maggiore selezione di quelli a cui effettivamente partecipare“.