Covid, l’esperto: “Entro fine agosto 30mila casi al giorno. Festeggiamenti? Vedremo i contagi tra 7 giorni”
Lug 13, 2021 - Andrea Favicchio
Finiti i festeggiamenti per la vittoria dell’Italia all’Europeo, gli scienziati iniziano già a fare i conti sul possibile aumento di casi covid legati alla variante delta. Sergio Abrignani, immunologo dell’Università di Milano e membro del Cts, in un’intervista a ‘La Repubblica‘ ha sottolineato come a fine agosto il numero di contagi covid potrebbe equipararsi agli attuali numeri presenti in Inghilterra.
“La variante Delta spinge i contagi che entro fine agosto potrebbero essere oltre 30mila al giorno. Nessuno sa ancora quanto incideranno i festeggiamenti sulla crescita dei contagi, possiamo però dire che si è trattato di un comportamento a rischio.
Comunque, anche quando l’Inter ha vinto lo scudetto e ci sono stati casi di assembramento impressionanti, ma non si sono poi osservati picchi, anche se erano i tempi in cui si stava diffondendo la variante inglese, non la Delta. In un lasso di tempo da 4 a 7 giorni vedremo se le infezioni aumentano“.
I vaccini sono l’arma per frenare il virus: “Sono l’unica certezza che abbiamo. Una dose protegge comunque dalla malattia grave. Sappiamo poi dagli studi di Israele che di fronte alla variante Delta due dosi di Pfizer proteggono meno dalla malattia lieve o asintomatica, visto che la copertura scende dal 94 al 64%, ma sono comunque efficaci contro le forme più pesanti, visto che le due percentuali sono rispettivamente 95 e 93%“.
Sui casi di variante delta in Gran Bretagna e sulle politiche adottate dal loro governo, Sergio Abrignani dice: “Abbiamo il vantaggio di poter osservare come vanno le cose da loro, visto che siamo circa un mese e mezzo indietro. Non è detto che alla fine abbiano ragione ma di certo la loro politica ha una base scientifica. Se vediamo che arrivano a 70 o 80 mila infezioni al giorno e non hanno un aumento importante di occupazione delle terapie intensive o di morti, la politica del nostro Paese deciderà cosa fare. Certo, per un’influenza l’Italia non è mai stata chiusa“.