Si accendono nuovamente i riflettori sul carcere di Santa Maria Capua Vetere. Dopo la visita di due settimane fa di Matteo Salvini, ora arriveranno in città il premier Mario Draghi e il ministro della Giustizia Marta Cartabia.
Ad annunciarlo è Palazzo Chigi attraverso un comunicato di poche parole:
“Il Presidente del Consiglio Mario Draghi e la Ministra della Giustizia Marta Cartabia mercoledì 14 luglio, alle ore 16.00 visiteranno la Casa Circondariale ‘Francesco Uccella’ di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Al termine dell’incontro il Presidente Draghi e la Ministra Cartabia rilasceranno alcune dichiarazioni.L’accesso alla struttura sarà consentito a un numero limitato di giornalisti. Le immagini saranno diffuse sui canali della Presidenza del Consiglio“.
Tutto è partito dalla denuncia di alcuni detenuti. Il 6 aprile 2020 una rivolta in carcere scoppiata dopo la scoperta della positività al covid di un detenuto, aveva fatto scattare (secondo la versione dei carcerati) una dura reazione da parte della polizia penitenziaria. Le immagini, diffuse su alcuni media, e i racconti dei testimoni non lasciano però molti dubbi sulla violenza subita. Per questo è immediatamente scattata un’indagine e lo Stato ha voluto rispondere presente mandando i suoi uomini più rappresentativi. Al momento infatti sono oltre 50 le misure cautelari emesse dal Gip nei confronti di ufficiali e sottoufficiali della Polizia Penitenziaria, accusati di torture pluriaggravate ai danni di diversi detenuti, favoreggiamento personale, frode processuale e depistaggio.
Il Ministro della Giustizia Cartabia a fine giugno aveva dichiarato:
“Un’offesa e un oltraggio alla dignità della persona dei detenuti e anche a quella divisa che ogni donna e ogni uomo della polizia penitenziaria deve portare con onore, per il difficile, fondamentale e delicato compito che è chiamato a svolgere. E’ un tradimento della Costituzione: l’art.27 esplicitamente richiama il “senso di umanità”, che deve connotare ogni momento di vita in ogni istituto penitenziario e si tratta di un tradimento anche dell’alta funzione assegnata al corpo di polizia penitenziaria, sempre in prima fila nella fondamentale missione, svolta ogni giorno con dedizione da migliaia di agenti, di contribuire alla rieducazione del condannato“.