Risale al 7 luglio del 2017 il crollo della palazzina di via Rampa Nunziante a Torre Annunziata, che causò la morte di otto persone, ed oggi quella tragedia torna più viva che mai: poco fa il giudice Francesco Todisco ha pronunciato la sentenza che condanna dieci persone.
Per molte persone il tempo si è fermato a quel maledetto giorno. Prima la notizia dei dispersi, poi il ritrovamento dei corpi senza vita sotto le macerie e, infine, la rabbia ancora irrisolta per una morte che probabilmente poteva essere evitata. Durante il crollo persero la vita anche due minorenni.
Già nei giorni precedenti al crollo, aleggiava un clima di timore e disagio rispetto ai lavori di manutenzione avviati. Stando a quanto emerso in seguito, gli stessi muratori avrebbero temuto un eventuale crollo, così come i residenti, allertati dagli strani rumori avvertiti. Per tranquillizzarli fu organizzata anche un’apposita riunione di condominio. Eppure quelle paure divennero concrete.
A distanza di quattro anni da quella tragedia, stando a quanto rende noto l’Ansa, il giudice ha condannato a 12 anni e 6 mesi di reclusione G.V, proprietario dell’appartamento interessato da quei lavori di manutenzione che, secondo l’accusa, avrebbero messo a repentaglio la stabilità della struttura. Per lui anche un’ammenda di 45 mila euro.
Simili pene anche per M.B. e A.M, che avrebbero guidato, in maniera esplicita o meno, i lavori. Condannato a 9 anni anche l’operaio P.C., con un’ammenda di 45 mila euro. Misure meno rigide per gli avvocati R.C e M.L, nonché amministratore del condominio e proprietario di fatto dell’immobile, condannati a un anno e due mesi con pena sospesa per il reato di falso. Pene sospese anche per altri quattro indagati. Cinque, invece, sono gli assolti.
Alla lettura della sentenza non sono mancati attimi di tensione tra i presenti, in particolare tra i familiari di alcune delle vittime e alcuni legali. Durante la tragedia persero la vita anche due minorenni