NAPOLI – Aleggia incredulità e tristezza nel quartiere dove Emanuele Melillo, il 33enne alla guida del bus precipitato a Capri, ha trascorso la sua vita, gettando nello sconforto familiari e conoscenti. Sono proprio loro che, raggiunti da ‘Sì Comunicazione’, hanno voluto ricordare l’uomo chiedendo che sia fatta chiarezza sulle dinamiche della vicenda.
La sorella Amalia, mostrando un quadro col volto di Emanuele, racconta: “Era un grande lavoratore e lo volevano bene tutti. Era devoto a ciò che faceva, ci credeva, ci metteva amore e passione. Per ora sappiamo che il corpo è presso il secondo Policlinico e siamo in attesa dell’autopsia. Di più non sappiamo. Sicuramente tornerà qui a Napoli. Era benvoluto da tutti, amato tantissimo, ne sono una testimonianza i suoi amici del cuore”.
Intanto l’intera cittadinanza si è attivata avviando una raccolta fondi per i familiari del giovane defunto: “C’è questa raccolta fondi che è partita da Capri. Siamo in attesa di avere qualche risposta. Aiuterà la figlia, perché Emanuele ne aveva già una, e l’altra in arrivo”.
La sofferenza va di pari passo con la volontà di risalire alle cause della morte: “Vogliamo sapere la verità, come è sfociata questa tragedia e saperne i reali motivi. Mio fratello era sanissimo, abbiamo sentito dire che ha avuto un malore, probabilmente un infarto. Tutto può essere però vi dico che Emanuele godeva di ottima salute”.
Non è mancata la diffusione di false notizie che legavano il decesso di Emanuele alla somministrazione del vaccino anti-covid: ” Hanno scritto una cavolata. Mio fratello aveva fatto il Johnson&Johnson ma stiamo parlando di un mese e mezzo fa. Sono fake news. Ci devono rispettare, quando non sanno le cose sono pregati di chiudere il becco”.
Anche uno dei migliori amici del 33enne ha parlato del rapporto che li legava: “Abbiamo fatto le scuole insieme, poi anche dopo la scuola si trovava sempre un minuto al giorno per incontrarci e ridere. Lui ha sempre lavorato, non ho mai visto un giorno in cui non ha lavorato. Ha fatto di tutto umilmente”.
Trapela un’enorme sofferenza anche nelle parole del padre: “E’ stato scioccante. Mio figlio era anzi è, io dico ancora è e lo dirò per sempre, un ragazzo meraviglioso, brillante, amato da tutti, un grandissimo lavoratore da quando era piccolo. Ed è morto sul lavoro quindi questo fa capire come lui era uno di quelli che aiutava anche l’economia in senso generale. Non riusciva a stare fermo, faceva anche l’Università, si voleva laureare in infermieristica ed era già a buon punto”.
“La sua passione erano i pullman. Lui è stato volontario nella Croce rosse militare paracadutista. Aveva fatto tante belle cose nella sua vita e tante altre ne poteva fare ma purtroppo stiamo in attesa non vi so dire di che cosa perché ormai l’attesa è una cosa generale che ha tante dimensioni. Non so dire il domani. Finora avevamo quasi tutte certezze, questa tragedia ci ha sconvolti tutti. Nella tragedia abbiamo scoperto tanta solidarietà”.