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L’effetto Draghi: boom di adesioni di giovani alla campagna vaccinale. Le Regioni: “Le dosi già scarseggiano”

L’introduzione del Green Pass obbligatorio dal 6 agosto per poter svolgere una serie di attività, come mangiare in un ristorante al chiuso, andare al cinema, al teatro, al museo o poter andare in piscina e in palestra, ha spinto tantissime persone a iscriversi sulle piattaforme regionali per prenotare la propria dose. Si tratta soprattutto di giovani, la categoria probabilmente più penalizzata dalla pandemia, costretti a restare in casa in un’età dove si dovrebbe viaggiare, uscire, fare esperienze, socializzare.

I giovani aderiscono in massa alla campagna vaccinale

Nell’ultima settimana sono state effettuate 282mila somministrazioni aggiuntive nella fascia tra i 12 ed i 19 anni, ben 586 in più invece dai 20 ai 29 anni. A contribuire a tale risultato è il ritorno degli Open Day, a volte dedicati esclusivamente alla prima dose, come quello organizzato dall’Asl Napoli 1. Ai ragazzi sono stati somministrati solo Pfizer e Moderna dopo le recenti evidenze che riguardano AstraZeneca e Johnson.

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Le Regioni, adesso, chiedono a gran voce più dosi perché sembrano ancora scarseggiare. Il generale Figliuolo ha rassicurato affermando che ci saranno per tutti, eppure non si comprende perché le Asl debbano sempre chiedere quando il Governo sa bene quali difficoltà si sono dovute affrontare nei confronti della diffidenza verso i vaccini.

Il mondo no vax, quindi, sembra essere composto di individui di età prevalentemente compresa tra i 25 ed i 54 anni. Non a caso i dati sulle ospedalizzazioni ed i ricoveri in terapia intensiva dimostrano che sono le persone dai 40 ai 59 anni, non vaccinati, quelle più interessate dal contagio e dalle conseguenze di questo. Sono loro che bloccano una campagna vaccinale cui gli anziani hanno aderito in massa nelle prime settimane, e che ora viene trainata dai giovani e dalla loro voglia di uscire da un incubo che dura ormai da un anno e mezzo.

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