Da domani, venerdì 6 agosto, entra in vigore l’obbligo del Green Pass per accedere ad alcuni luoghi al chiuso e a farne le spese sono ancora una volta gli esercenti privati che, dopo un catastrofico periodo di chiusure, si ritrovano a fare i conti con l’ennesima restrizione. Loro stessi dovranno accertarsi che i clienti siano in possesso dell’attestato, arrivando ad assolvere quelle che dovrebbero essere le funzioni di un pubblico ufficiale.
Nel provvedimento delineato dal Governo si elencano i soggetti autorizzati al controllo del pass. Insieme ai pubblici ufficiali, nell’esercizio delle loro funzioni, possono assolvere tale funzione anche i gestori delle attività interessate dalla misura nonché i loro delegati.
Nello specifico tra le categorie autorizzate rientrano: il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi; i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi, interessati dalla misura, nonché i loro delegati; il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso della certificazione; i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali nei luoghi in cui l’accesso ai visitatori sia consentito previa esibizione del pass.
Eppure, diversi sono stati i ristoratori, titolari di palestre e altre strutture interessate dal provvedimento, che hanno evidenziato le conseguenze che si sarebbero riversate sulle stesse attività. Già reduci da un periodo fatto di chiusure e perdite, da domani, per svolgere le proprie attività, dovranno svolgere anche la funzione di ‘controllori’ probabilmente con ricadute anche sul piano della clientela.
La stessa giunta regionale del Piemonte ha voluto portare il quesito all’attenzione del Garante della privacy “per avere conferma del fatto che agli esercenti privati non possano, e non debbano, essere attribuite funzioni tipiche dei pubblici ufficiali”.
A renderlo noto è stato Maurizio Marrone, assessore regionale agli Affari Legali, che ha dichiarato: “Hanno ragione le associazioni di commercianti ed esercenti quando affermano che un ristoratore non ha alcun obbligo e titolarità di identificare i propri clienti esigendo l’esibizione dei documenti di identità, quantomeno nell’ordinamento giuridico italiano”. A tal proposito chiede: “Nessuna sanzione e misura repressiva finché non verrà fatta chiarezza dall’autorità preposta alla tutela dei dati personali”.