A fine dicembre il Prefetto di Napoli, Marco Valentini, aveva nominato una Commissione di indagine per verificare la sussistenza di tentativi di infiltrazione e/o di collegamenti della criminalità organizzata all’interno del Comune di Villaricca. Dopo mesi di lavoro, il Consiglio dei Ministri ha deliberato il commissariamento del Comune campano.
Una scelta che non è andata giù all’attuale sindaco Rosaria Punzo che spiega in un lungo post sul suo profilo Facebook:
“Una notizia che non avrei mai voluto dare e soprattutto che mi lascia l’amaro in bocca per diversi motivi. Il Consiglio dei Ministri ha deliberato il commissariamento del Comune di Villaricca per condizionamenti mafiosi. Sono molto dispiaciuta innanzitutto per la mia città, per la nostra città, che, a mio avviso, non merita un’etichetta del genere. Ho costruito la mia vita, i miei studi ed anche la mia carriera professionale e politica su valori e principi sani; sono una donna di legge e non cambio idea: le decisioni delle istituzioni vanno sempre rispettate. Anche quando non si condividono. E qualsiasi azione deciderò eventualmente di mettere in campo a tutela del buon nome della città ed a tutela della mia persona, partirà sempre dal rispetto nei confronti delle istituzioni. Attenderò di leggere le motivazioni che hanno indotto il Consiglio dei Ministri ad assumere questa decisione prima di entrare nel merito delle singole questioni che saranno sollevate. Torno a casa con la coscienza a posto sapendo di aver dato tutto per questa comunità e di aver cercato sempre di operare nel rispetto della legalità e della tutela del bene comune“.
Villaricca si aggiunge ad altri Comuni campani commissariati dal governo, un episodio che ha spinto il senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto a lanciare l’allarme:
“A poche settimane dallo scioglimento per infiltrazioni della camorra del Consiglio comunale di Marano questa volta il Consiglio dei ministri ha adottato la stessa decisione per Villaricca. Un provvedimento che si aggiunge a quelli per i comuni di Arzano, Sant’Antimo e Orta di Atella dove già ci sono i commissari prefettizi. Senza dimenticare le commissione d’accesso a San Giuseppe Vesuviano e Castellammare di Stabia e gli accertamenti in corso su Torre del Greco e Torre Annunziata dove i fenomeni di corruzione e infiltrazioni hanno messo in discussione le giunte comunali.
A questo quadro allarmante occorre tener presente i numerosi provvedimenti antimafia interdittivi nei confronti di ditte operanti in molti comuni della città metropolitana di Napoli nei settori del trasporto rifiuti, ristorazione, attività alberghiera, parcheggi, agenzie immobiliari, pubblici esercizi, centri estetici, produzione di carta, imballaggi e plastica, attività di ricevitoria e lavori edili. È uno spaccato che mostra come esista una contaminazione tra camorra, politica, settori della pubblica amministrazione e imprese nei comuni della provincia di Napoli che rappresenta una vera e propria emergenza nazionale. È un sistema di potere che priva a oltre 250 mila cittadini il diritto democratico di essere governati. Il commissariamento per un periodo fino a 18 mesi di un comune sciolto per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso non garantisce con le successive elezioni un naturale e profondo cambiamento. Un esempio è il caso di Arzano, al voto il prossimo ottobre, dove continuano le scorribande a colpi di ‘stesa’ dei clan e tentativi di condizionamento: il commissario prefettizio e il capo della polizia municipale sono stati oggetto di pesanti minacce di morte. Troppo radicati gli interessi e troppo deboli gli strumenti per contrastarli. La vera sfida è il rinnovamento della politica e dello schierarsi perché o si sta contro le mafie o si è complici”.