Continua la campagna di vaccinazione in Italia e con la prossima apertura delle scuole si punta a raggiungere sempre più studenti. Sono i giovani infatti i protagonisti di una serie di open day e campagne mirate a tutelare il ritorno in classe in presenza. I vaccini sono l’unica arma contro i contagi in costante crescita dopo le vacanze e le continue mutazioni del virus.
Obbligatoria è la mascherina ma dal 1 settembre il green pass sarà obbligatorio non solo per chi vuole cenare nei ristoranti al chiuso ma anche per il personale scolastico. La Campania si conferma essere tra le regioni più virtuose con una percentuale di adesione tra i docenti che hanno ricevuto entrambe le dosi di circa il 97%. Importante per evitare quarantena e focolai negli edifici scolastici è avere un alto numero di vaccinati anche tra gli studenti.
Ma il Green pass sarà fondamentale anche per gli universitari che vorranno seguire le lezioni e fare gli esami in presenza. Per chi non è provvisto della certificazione verde resta la possibilità di seguire lezioni e fare esami a distanza. Ciò però non vale per gli iscritti all’Università di Trieste. Il rettore infatti è andato oltre il decreto e ha imposto il green pass anche agli studenti che scelgono di svolgere l’esame comodamente da casa e online. Intervistato dal Corriere della Sera, il rettore Roberto Di Lenarda, medico, ha spiegato questo scelta:
“La scelta di Trieste è stata quella di collegare l’obbligo di green pass allo «status» di studente dell’Ateneo: serve dunque per prenotare il posto in aula, per fare gli esami, per la biblioteca e anche per fare gli esami a distanza, che sono un’assoluta eccezione legata soltanto all’emergenza sanitaria. Noi non possiamo far finta che non esista l’obbligo per gli studenti universitari di avere il green pass: l’obbligo serve per spingere gli studenti a vaccinarsi, non per garantire ai no vax di stare a casa e fare gli esami a distanza, che sappiamo, ci hanno salvato lo scorso anno ma non sono la stessa cosa degli esami in presenza. Sarebbe stato più facile abolirli del tutto, li abbiamo mantenuti, ma soltanto per chi veramente non può venire in Ateneo“.