Masturbarsi in treno non è reato: arriva la sentenza della Cassazione


Dalla Corte di Cassazione proviene una sentenza che sta già sollevando un’ondata di polemiche: la masturbazione in treno, a quanto pare, non costituisce reato. A riportare la notizia è Il Fatto Quotidiano.

Masturbazione in treno, parla la Cassazione: non è reato

Una sentenza della Sesta sezione penale della Corte di Cassazione stabilisce che masturbarsi in treno davanti a una donna non costituisce reato di atti osceni in luogo pubblico, normalmente punito con la reclusione fino a 4 mesi ai sensi del Codice Penale. La motivazione è che “l’interno di un vagone ferroviario non può essere ritenuto un luogo abitualmente frequentato da minori“.

La sentenza emessa dalla Cassazione si riferisce a una vicenda che risale al giugno del 2019. In quel caso, il passeggero di un treno aveva cominciato a masturbarsi davanti a una donna, che aveva segnalato il tutto agli agenti della Polfer. L’uomo è stato quindi arrestato con due accuse: atti osceni, compiuti “con il chiaro intento di molestare la donna”, e resistenza a pubblico ufficiale, per aver dato in escandescenze di fronte agli agenti.

In Tribunale però l’uomo è stato condannato solamente per resistenza a pubblico ufficiale, mentre l’accusa di atti osceni non ha retto. Questo perché non sussiste “il pericolo che i minori assistessero alla condotta“. Il procuratore a quel punto ha impugnato la sentenza alla Corte di Cassazione, che tuttavia ha confermato l’assoluzione per la seconda accusa.

La Corte ha infatti affermato che per luogo abitualmente frequentato da minori non si intende un sito semplicemente aperto al pubblico dove si possa trovare un minore, bensì “un luogo nel quale, sulla base di una attendibile valutazione statistica, la presenza di più soggetti minori di età ha carattere elettivo e sistematico“.


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