NAPOLI – Dopo mesi di schermaglie all’interno del M5S tra favorevoli e contrari alle alleanze con gli altri partiti per le elezioni comunale partenopee, stamane la fronda dissidente, capitanata dal consigliere comunale Matteo Brambilla, ha presentato in galleria Umberto la candidatura della lista civica ‘Napoli in Movimento – No Alleanze’, che correrà in solitaria per Palazzo San Giacomo. Oltre allo stesso Brambilla, candidato sindaco della nuova formazione, sono diversi i consiglieri municipali e gli attivisti fuoriusciti dal M5S, delusi dalla scelta dei vertici nazionali di convergere sul nome di Gaetano Manfredi insieme alle altre forze politiche, in primis il PD, ritenute responsabili del disastro amministrativo napoletano.
“Noi non siamo dissidenti, ma coerenti con un percorso di 15 anni di attivismo e di lavoro nelle istituzioni, sono loro (i 5 Stelle, ndr) che hanno deviato dalla strada corretta” – esordisce Brambilla – “Nessun candidato sindaco ha parlato delle cause dell’indebitamento della città. Lo sanno che esiste un appalto dell’illuminazione pubblica che avrebbe consentito di risparmiare decine di milioni di euro? Nessuno poi dice che sui rifiuti ci saranno 9 milioni di euro in più da pagare come tasse a causa della mancata comunicazione tra gli uffici del Comune e della Città metropolitana, nonostante il sindaco di Napoli ricopra anche il ruolo di sindaco metropolitano: era sufficiente che parlasse con sé stesso per evitare questa stangata. Ci sono poi debiti fuori bilancio per decine di milioni di euro. La verità è che questi non sanno amministrare”.
Inevitabile la stoccata agli ormai ex colleghi di partito: “Io non aderirò al M5S 2050, alla nuova DC di Giuseppe Conte. L’appoggio al governo Draghi è un insulto a 15 anni di attivismo e di gazebo fatti per strada. Nella lista M5S per Napoli hanno messo Ciro Borriello e Francesca Menna, ex assessori comunali di de Magistris. Proprio la Menna pochi anni fa era uscita dal M5S dichiarando la propria contrarietà all’alleanza con la Lega, oggi ritorna di nuovo, non so se si è accorta che il 5 Stelle è al governo Draghi insieme a Salvini. La verità è che le decisioni più importanti saranno assunte da De Luca, che ha fatto sette-otto liste con tutti i suoi uomini, e loro stanno portando fieno a questa gente vergognosa. Già sono pronti i nomi da inserire nelle società partecipate e negli staff degli assessorati”.
Presente alla presentazione della lista anche la consigliera regionale del M5S Maria Muscarà, entrata in rotta di collisione con il suo gruppo: “Sono anni che da Roma non risponde più nessuno, anche quando mi trovavo in difficoltà in Regione sui temi fondamentali. Penso al silenzio sulla questione dei fanghi dei depuratori, sulle bonifiche, sulle 150 tonnellate al giorno di spazzatura che porteremo a Napoli da Roma. Il M5S ha stabilito con De Luca dei patti ben chiari: non bisogna dare fastidio al manovratore ed occupiamoci solo di piccole cose. Un altro esempio di questi patti è la mancata ricostituzione della commissione speciale sulla Terra dei Fuochi, di cui avremmo estremo bisogno”.
Acque agitate insomma, che rischiano di infrangersi ancor più forte con l’iniziativa legale annunciata da un gruppo di attivisti napoletani contro il nuovo statuto del M5S 2050, attraverso l’avvocato Lorenzo Borré. “Ricorso bomba contro lo statuto seicentesco e le votazioni che hanno visto come candidato unico alla carica presidenziale il prof. Giuseppe Conte” scrivono gli attivisti. Se non è una guerra fratricida questa, poco ci manca.