Di recente la città di Sapri è stata ornata di una nuova opera d’arte, che celebra una figura lirica da sempre legata alla città: la Spigolatrice di Sapri, simbolo della spedizione fallita guidata da Carlo Pisacane, e ora incarnata in una statua. Non tutti però sono stati contenti di questa novità: a pochi giorni dall’inaugurazione della statua, non sono mancate polemiche e addirittura richieste di abbattimento a causa di una presunta vena sessista.
La statua, realizzata dall’artista cilentano Emanuele Stifano, raffigura idealmente la donna cantata nella nota lirica di Luigi Mercantini. Il poeta del Risorgimento racconta la spedizione del 1857, che aveva l’obiettivo di detronizzare i Borbone, ma dal punto di vista di una umile lavoratrice dei campi.
Adesso, la statua che la rappresenta ha lo sguardo rivolto verso il mare, una mano sul cuore, e delle forme che rimarcano il concetto di una donna ideale, non reale: una figura innocente e fiera al tempo stesso. Sono proprio queste “forme”, però, che hanno scatenato l’ira di una ex senatrice di Sapri, Manuela Repetti.
“La nuova statua si mostra con un abito succinto, trasparente e con un atteggiamento provocante e lascivo suggerendo di guardarle il bel sedere in mostra, tondo e perfetto“, scrive Repetti in un articolo sull’Huffington Post. La conclusione dell’ex senatrice è la seguente: “Inorridita da quella statua e dalla sua inaugurazione, suggerirei di abbatterla. Sarebbe un segno di consapevolezza della gravità di certi fatti e di porvi rimedio“.
Immediata la risposta del sindaco di Sapri, Antonio Gentile, che sul suo profilo Facebook scrive: “La nuova statua della Spigolatrice di Sapri è stata realizzata con maestria e impeccabile interpretazione dall’artista cilentano Emanuele Stifano.
Trovo, invece, oltremodo violento, a tratti sessista e offensivo per la nostra comunità da sempre impegnata contro tutte le violenze di genere l’articolo dell’ex senatrice Manuela Repetti sull’huffingtsonpost.it di oggi. Nell’articolo oltre a mostrare scarsa conoscenza della storia locale e della storia dell’arte incita all’abbattimento della nuova statua come è avvenuto, purtroppo, recentemente in altri Paesi privi di Democrazia o in passato con la censura”.
In mattinata è arrivata anche la risposta dell’artista, Emanuele Stifano, che ha chiarito quali fossero le intenzioni alla base dell’opera. “Sono allibito e sconfortato da quanto sto leggendo. Mi sono state rivolte accuse di ogni genere che nulla hanno a che vedere con la mia persona e la mia storia. Quando realizzo una scultura tendo sempre a coprire il meno possibile il corpo umano, a prescindere dal sesso.
Nel caso della Spigolatrice, poiché andava posizionata sul lungomare, ho ‘approfittato’ della brezza marina che la investe per dare movimento alla lunga gonna, e mettere così in evidenza il corpo. Questo per sottolineare una anatomia che non doveva essere un’istantanea fedele di una contadina dell’800, bensì rappresentare un ideale di donna, evocarne la fierezza, il risveglio di una coscienza, il tutto in un attimo di grande pathos“.