COVID/ Via libera dell’Ema alla terza dose: “Per immunodepressi e over 18”


L’EMA, Agenzia Europea per i Medicinali, si è espressa sulla terza dose del vaccino anti-covid, raccomandandone la somministrazione alle persone con sistema immunitario gravemente indebolito. Il richiamo potrebbe essere preso in considerazione anche per le persone di età pari o superiore ai 18 anni.

Le raccomandazioni dell’Ema sulla terza dose

L’Agenzia, tramite una nota, ha concluso che la dose extra, di Pfizer o Moderna, può essere somministrata a persone con sistema immunitario indebolito almeno 28 giorni dopo il completamento del doppio ciclo vaccinale. Una raccomandazione giunta a seguito della pubblicazione di alcuni studi che hanno dimostrato i benefici del terzo richiamo nei pazienti sottoposti a trapianto di organi con sistema immunitario indebolito.

Si prevede, dunque, che la dose aumenterebbe la protezione di alcuni pazienti che, in tal modo, riuscirebbero a contrastare in maniera migliore l’infezione da covid-19. Per quanto riguarda i soggetti con sistema immunitario normale, stando al parere dell’Ema, le terze dosi possono essere somministrate almeno 6 mesi dopo la seconda dose.

Franco Locatelli, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, aveva annunciato che la somministrazione della terza dose avrebbe potuto riguardare soltanto alcune categorie, tralasciando i soggetti sani e giovani. L’Ema, tuttavia, valutando i dati relativi al vaccino Pfizer, ha evidenziato un aumento dei livelli anticorpali, nelle persone dai 18 ai 55 anni, quando viene effettuata una terza dose a distanza di sei mesi dalla seconda.

Di qui la raccomandazione rivolta ai soggetti che non rientrano nella categoria dei fragili: “Sulla base di questi dati, il comitato ha concluso che le dosi di richiamo possono essere prese in considerazione almeno 6 mesi dopo la seconda dose per le persone di età pari o superiore a 18 anni”.

Intanto, come per Pfizer, il Comitato valuterà anche i dati relativi al vaccino Moderna. Infine, l’Agenzia ha sottolineato: “A livello nazionale, gli organismi di sanità pubblica possono emettere raccomandazioni ufficiali sull’uso delle dosi di richiamo, tenendo conto dei dati di efficacia emergenti e dei dati di sicurezza limitati. Il rischio di condizioni infiammatorie cardiache o altri effetti collaterali molto rari dopo un richiamo non è noto e viene attentamente monitorato. Come per tutti i medicinali, l’EMA continuerà a esaminare tutti i dati sulla sicurezza e l’efficacia del vaccino”.


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