Napoli, vergogna al Gambrinus: rubato il cappotto del Commissario Ricciardi
Ott 15, 2021 - Martina Di Fraia
Un atto vergognoso è stato compiuto al Gambrinus, storico bar di Napoli: il trench del Commissario Ricciardi, esposto su un attaccapanni all’interno del locale, è stato rubato.
Si trattava di una copia, donata dalla storica sartoria Canzanella per rendere ancor più scenografico l’angolo dedicato a Luigi Alfredo Ricciardi all’interno della sala. È proprio nello storico bar partenopeo che il commissario “si concede” una pausa tra caffè e sfogliatella o accoglie i suoi ospiti, come indicato nei romanzi ambientati negli anni Trenta.
Fortemente voluto dai fratelli Antonio e Arturo Sergio e da Massimiliano Rosati, proprietari del locale storico, l’impermeabile era stato sistemato lì il 13 luglio proprio accanto al fotografatissimo tavolino. Adesso, l’attaccapanni del Gambrinus che prima ospitava il trench del Commissario Ricciardi è spoglio, testimonianza di un atto vile che non trova ancora una spiegazione.
“Siamo rimasti molto male – racconta Antonio Sergio, titolare del bar – “Il capo aveva un valore simbolico essendo una copia. Su chi può essere stato davvero non abbiamo idea, solo che ieri il locale era molto affollato anche da stranieri”.
Il trench, beige con l’interno a quadri, era simile a quello indossato anche nella trasposizione televisiva dall’attore Lino Guanciale. Proprio Vincenzo Canzanella, che nel suo atelier a piazza Sant’Eligio custodisce circa 16mila capi, quando tre mesi fa lo donò spiegò che si trattava “dell’esatta copia di quello da indossato dall’attore nella fiction”.
Resta la speranza che chi l’ha sottratto ora decida di restituirlo, comprendendone il forte valore simbolico e non economico. “Ci teniamo a sottolineare che il locale è sicuro – aggiunge Massimiliano Rosati – e bere un caffè nella sala interna accanto al tavolino del Commissario e circondati da opere d’arte è sempre un’emozione fortissima.
Ci dispiace constatare furti del genere perché così si porta via un pezzo importante dell’immaginario collettivo. Spesso sottraggono tovagliolini per avere un ricordo del locale storico, in passato tazzine, ma davvero non ci aspettavamo un simile gesto”.