Virus RSV, a Napoli tanti neonati ricoverati: cos’è la malattia della baby Ferragnez
Ott 28, 2021 - Claudia Ausilio
A Napoli sono attualmente ricoverati all‘Ospedale Santobono 40 neonati colpiti dal virus RSV. A dirlo è il dottor Vincenzo Tipo, primario dell’ospedale a Fanpage.it.
“In questo momento – dice – siamo tra i 30 e i 40 casi accertati al Santobono. Il Virus sinciziale c’è sempre stato. Riguarda bimbi al di sotto dei 18 mesi di vita e colpisce le vie respiratorie. Per gli adulti e i bambini più grandi si manifesta con un semplice raffreddore, per i più piccoli invece può creare problemi respiratori“.
Virus RSV, cos’è e quali sono i sintomi
Il virus respiratorio sinciziale (Rsv, acronimo di “Respiratory syncytial virus”), è un agente virale che infetta l’apparato respiratorio dei bambini, soprattutto nei primi anni di vita e sta colpendo molti neonati ricoverati nei reparti pediatrici e nelle terapie intensive con bronchioliti e polmoniti, causate proprio dall’RSV.
Questa patologia nelle ultime settimane è stata conosciuta anche a causa della storia dei Ferragnez. Infatti la piccola di casa, Vittoria, è stata ricoverata in ospedale proprio a causa di questo virus, per il quale ad oggi non esiste un vaccino specifico.
L’arma più potente al momento resta la prevenzione “l’arma principale, che consiste nelle misure di precauzione quali il lavaggio delle mani, le mascherine, il monouso dei fazzoletti da buttare sempre nella spazzatura, il distanziamento nel caso di un fratellino più grande malato e il non mandare a scuola i bambini prima che siano guariti”.
All’Adnkronos Salute Fabio Midulla, presidente della Società italiana per le malattie respiratorie infantili (Simri), professore ordinario di pediatria presso l’università La Sapienza e responsabile del pronto soccorso pediatrico del Policlinico Umberto I di Roma, ha spiegato: “Il virus se contratto nei primi mesi di vita del bambino provoca forme di bronchiolite gravi, con manifestazioni cliniche nelle basse vie respiratorie, mentre nei bambini più grandi e negli adulti si risolve con sintomi lievi, come rinofaringite, febbre o tosse”. “Ma i neonati – ha aggiunto – sono spesso protetti dagli anticorpi materni che si ‘trasmettono’ attraverso la placenta. Questa volta però non è stato così e l’epidemia che solitamente arriva a dicembre-gennaio è scoppiata con 2 mesi di anticipo. Ce lo aspettavamo perché per un anno e mezzo il virus non ha circolato grazie alle misure anti-Covid”. “Non appena queste misure – prosegue – sono state allentate, i fratellini più grandi sono tornati all’asilo o a scuola, e con una popolazione senza anticorpi il virus ha cominciato a circolare, subito e in anticipo rispetto al solito, e sta dando forme gravi nei piccolissimi”.