Aumentano i femminicidi, 109 nel 2021. Una donna uccisa ogni 72 ore: è allarme
Nov 25, 2021 - Claudia Ausilio
Aumentano i femminicidi in Italia. 263 omicidi da gennaio al 21 novembre, di cui 109 sono donne, di cui 93 uccise in ambito familiare, 63 di queste ammazzate dal partner o ex.
109 femminicidi da inizio anno: è allarme in Italia
E’ il tragico quadro che emerge dall’ultimo aggiornamento del report “Omicidi volontari” curato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale, pubblicato online dal Viminale. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, gli omicidi volontari sono cresciuti del 2% (nel 2020 erano stati 257) e quelli con vittime di genere femminile dell’8% (101 le donne uccise lo scorso anno fino al 21 novembre).
Crescono anche i delitti commessi in ambito familiare/affettivo (+5%) che passano da 130 a 136 mentre le vittime di genere femminile aumentano del 7% (erano state 87 un anno fa). Le donne uccise da ex o da attuali compagni quest’anno sono il 7% in più rispetto alle 59 del 2020. Nel periodo 15-21 novembre 2021 risultano essere stati registrati 11 omicidi, 9 dei quali commessi in ambito familiare/affettivo; 6 le vittime di genere femminile, 3 delle quali uccise da partner o ex.
Si rivela preminente l’uso di armi improprie e/o armi bianche (48 casi tra gennaio e ottobre 2021 a fronte dei 34 casi tra gennaio e ottobre del 2020). In 18 casi sono state utilizzate armi da fuoco (23 nel 2020).
L’età e la nazionalità delle vittime
Le donne vittime hanno nella maggior parte dei casi tra i 31 e i 44 anni: il 36% tra gennaio e ottobre 2020 e il 34% tra gennaio e ottobre di quest’anno; a seguire le vittime di eta’ compresa tra i 18 e 30 anni (22% in entrambi i periodi) mentre sia nei primi dieci mesi del 2020 sia nei primi dieci mesi di quest’anno, la percentuale di vittime minorenni si attesta all’8%. Per quanto riguarda la nazionalità, la percentuale di vittime italiane raggiunge l’80% in entrambi i periodi in analisi. Delle vittime straniere predominano quelle di nazionalità romena, seguite da quelle di nazionalità marocchina, albanese e ucraina. «Al riguardo – osservano gli autori del report – occorre tenere conto della propensione a denunciare, che è verosimilmente diversa a seconda delle diverse nazionalità, della familiarità con la lingua italiana e della facilità nel rapportarsi con le istituzioni».