Una campagna giornalistica e mediatica terminata con successo. La società civile ha reagito e l’amministrazione comunale Uliano fa un passo indietro sull’annunciato sfratto. Il Fondo Maiuri non verrà più spostato senza conoscere sin da subito la collocazione e, anzi, ben presto esso diverrà un itinerario storiografico e letterario integrato con i reperti archeologici di Pompei.
Gli studi, le cartine, i libri daranno voce alle pietre senza età e a quelle che di storia trasudano, ma che duemila anni fa furono taciute dal vulcano.
Il Fondo Maiuri potrebbe riessere integrato attivamente nel patrimonio archeologico della città, forse diventare un polo museale interattivo, dove il patrimonio libraio non sarà semplicemente stipato in vetrinette impolverate, ma verrà restituito nelle sue pagine attraverso le nuove tecnologie e i nuovi supporti.
Con questa soluzione è probabile che gli scavi archeologici stessi parleranno di sé, produrranno cultura in più e nuove forme, avranno una propria voce, e si costituiranno come una complessità di itinerari non convenzionali digitali e interagenti con il pubblico di visitatori.
Il sindaco Uliano mette giudizio e, addirittura, sconfessa il passato ordine di sfratto per eliminare il Fondo Maiuri dal secondo piano del Palazzo municipale. Accusa tutti di aver travisato, in quanto era semplicemente il tentativo, da parte dell’amministrazione, di diminuire di 25000 euro gli indici di spesa per gli affitti di uffici comunali decentrati. In altre parole si decideva di sfrattare un patrimonio storico, archivistico e librario inestimabile, pagato a peso d’oro dal resto del mondo in caso di vendita all’asta, a causa di una risibile spending review annuale di 25 000 euro.
Non si capisce cosa sia stato frainteso; tutto ciò non conta più ormai, l’importante è che il Fondo Maiuri è salvo, ed è custodito al centro della città, sotto l’attenzione completa di tutti i cittadini.
Addirittura Uliano rilancia con una proposta più che allettante, ma totalmente “campata in aria” secondo il suo Curatore del Fondo, e cioè di trasformare il Fondo Maiuri in un Museo Cittadino continuo agli Scavi Archeologici di Pompei.
Il Curatore del Fondo, il prof. Pappalardo, è invece rinfrancato da una proposta alternativa, più credibile e concretizzabile, ovvero di una collaborazione tra l’l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, la Sovrintendenza agli Scavi Archeologici di Pompei, Ercolano, Stabia, Massimo Osanna, affinché il Fondo Amedeo Maiuri trovi una sede più appropriata al fianco dell’Unesco e dell’Icomos, dunque all’interno dell’Area archeologica.
Il prof. Pappalardo ricorda inoltre che “non si fanno le nozze con i fichi secchi”. Occorre, affinché si realizzi una proposta del genere, trovare un accordo tra Ministero, Soprintendenza, Regione per gli stanziamenti necessari.
Attualmente il Fondo Maiuri conta, tra i suoi custodi e studiosi, solo un professore e un assistente pompeianista senza portafoglio.
Il prof. Pappalardo conclude che sarebbe meglio sostenere e “creare situazioni reali di studio sull’area archeologica” invece di sperperare denaro (infatti la Regione Campania in questi anni ha versato ad esempio 300.000 euro per due spettacoli teatrali all’interno degli Scavi. Il ricavato fu solo di 20.000 euro).