La variante Omicron è diventata oggetto di numerosi studi che hanno messo in evidenza la comparsa di lievi sintomi oltre ad effetti meno gravi a carico dei polmoni.
Secondo tre ricerche indipendenti, condotte in Giappone, Cambridge e Hong Kong, il nuovo ceppo mostrerebbe una ridotta infettività delle cellule polmonari. Conclusioni messe in evidenza dal dott. Eric Topol, direttore dello Scripps Research Translational Institute, che via Twitter ha commentato: “Quando Sars-CoV-2 si è evoluto in Omicron la trasmissione ha raggiunto nuovi livelli. Fortunatamente tre studi indipendenti provenienti dai migliori laboratori mostrano tutti una ridotta infettività polmonare rispetto a Delta”.
Un fattore importante che si aggiungerebbe al ‘muro’ creato da vaccinazioni e infezioni precedenti, segno del fatto che il virus stesso potrebbe rivelarsi meno patogeno. La variante Omicron, inoltre, pur risultando maggiormente trasmissibile si rivela con sintomi molto lievi che rischiano di essere scambiati per un semplice raffreddore.
Nello specifico sono cinque i campanelli d’allarme segnalati dall’app ZOE Covid che potrebbero presagire un’eventuale positività: naso che cola, mal di testa, stanchezza con dolori muscolari, starnuti e mal di gola. Tim Spector, epidemiologo del King’s College e coordinatore del progetto ZOE, intervenuto alla BBC, ha spiegato: “Oggi chi ha i sintomi del raffreddore probabilmente è colpito da variante Omicron”.
Il nuovo ceppo, infatti, si presenta il più delle volte con raffreddore e starnuti, gola che brucia, mal di testa e dolori alle ossa. Meno presenti, invece, sono la perdita di gusto e olfatto così come febbre e tosse. La presenza di sintomi lievi potrebbe legarsi anche all’effetto delle vaccinazioni.