“Il Tar ha concesso la sospensiva rispetto alla richiesta del Governo e ha fissato per il 22 febbraio la discussione in collegio. Per il 22 febbraio sarà cambiato il mondo“. Le parole del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che ha commentato il decreto del Tar Campania che ha sospeso l’ordinanza che prevedeva il rinvio al 29 gennaio della didattica in presenza per asili, elementari e medie.
A margine della riunione del Consiglio Regionale per la scelta dei tre delegati della Regione Campania per l’elezione del Presidente della Repubblica, ha fatto il punto con la stampa sull’emergenza Covid, sulle decisioni del governo e sulla scuola alla luce del decreto del Tar della Campania.
“I due punti forti – ha aggiunto De Luca – su cui si è basta la richiesta di sospensiva del Governo sono questi: la Campania non è in zona rossa e il Governo nei suoi decreti ha messo in campo le misure necessarie per contenere il Covid. Per quanto riguarda la prima osservazione dico che una Regione non è obbligata di aspettare di arrivare in zona rossa, alla drammatizzazione del contagio, per prendere misure preventive. Noi abbiamo una linea diversa: le decisioni vanno prese prima che esploda il problema“.
Le misure del Governo “mi sembrano tutte virtuali e inattuabili, a cominciare dai tracciamenti e dalle garanzie da dare ai presidi e alle famiglie. Allora lo voglio ribadire: siamo tutti per la scuola in presenza ma non tutti condividiamo la necessità di parlare un linguaggio di verità per partire dalla realtà e per tutelare la salute dei nostri bambini. Adesso si è aperto tutto“.
“Ricordo che come ha detto in maniera limpida e fluente il professore Brusaferro il Covid non è una banalità – ha aggiunto – però può fare piacere anche la Campania da oggi può dire che va tutto bene, che è tutto aperto, che il Covid è un raffreddore e se volete posso anche giurarvi di aver visto il presidente Draghi camminare sulle acque del Tevere“.
“Ho trovato – prosegue il governatore – la conferenza stampa di Draghi insopportabilmente demagogica. Ha parlato per mezz’ora insieme con il ministro della Pubblica istruzione contro la didattica a distanza generalizzata che non ha chiesto nessuno in Italia. Ha scelto un obiettivo di comodo per parlare per mezz’ora candidandosi anche lui a iscriversi nel club degli sfondatori di porte aperte. Chi gliel’ha chiesta la didattica a distanza?”.
“Due settimane di respiro, – aggiunge – limitate alle elementari e alle medie, per organizzarsi al meglio. Oggi avremo scuole nelle quali i bambini sono senza mascherina, perché le Ffp2 nel frattempo non sono arrivate, e mi dicono che i bambini delle elementari sono stati costretti a stare in classe con le finestre aperte, i cappotti addosso e i cappelli in testa”.