Questa mattina in Prefettura a Napoli si è firmato il Piano Sicurezza per il capoluogo partenopeo alla presenza del sindaco Manfredi e del governatore De Luca. Questo il testo integrale con tutte le misure messe in campo per garantire una maggiore tutela per gli abitanti di Napoli.
Indice
Capo I – Prevenzione dei fenomeni di criminalita’ diffusa e predatoria
Art. 1 Rafforzamento della prevenzione e controllo del territorio anche con sistemi di videosorveglianza
Art. 2 Interscambio informativo e aggiornamento professionale integrato
Art. 3 Misure di detrazione da parte del Comune in favore di privati ed associazioni
Art. 4 Tavoli di osservazione in materia di sicurezza presso le Municipalità del Comune di Napoli
Capo II – Misure per l’attuazione della sicurezza urbana
Art. 5 Individuazione e regolamentazione aree urbane da sottoporre a particolare tutela e misure di
prevenzione
Art. 6 Misure di rafforzamento illuminazione pubblica
Art. 7 Interventi per la morosità incolpevole
Art. 8 Occupazioni arbitrarie di immobili
Art. 9 Misure a tutela del patrimonio immobiliare anche confiscato alla criminalità organizzata
Art. 10 Ordinanze sindacali e regolamentazione orari di chiusura degli esercizi pubblici di intrattenimento notturno
Capo III – Interventi a favore dell’inclusione sociale e misure per la solidarietà sociale Art. 11 Istituzione Tavolo anticrisi
Art. 12 Scuole sicure
Art. 13 Misure in favore degli anziani
Art. 14 Misure di prevenzione e contrasto a forme di violenza sulle donne Art. 15 Interventi di inclusione e prevenzione sociale
Art. 16 Interventi in favore dei giovani: contrasto alla dispersione e abbandono scolastico, al disagio e alla devianza minorile
Art. 17 Gestione dell’impatto migratorio
Art. 18 Interventi per le persone senza fissa dimora Art. 19 Interventi in favore della comunità rom
Capo IV – Iniziative per la promozione e tutela della legalità
Art. 20 Iniziative per la tutela e la prevenzione di atti illegali o situazioni di pericolo negli esercizi
pubblici
Art. 21 Potenziamento della legalità e della sicurezza sui luoghi di lavoro
Art. 22 Contrasto ai fenomeni dell’abusivismo commerciale, della contraffazione e dei parcheggiatori abusivi
Art. 23 Rimozione altarini e murales dedicati ad elementi della criminalità Art. 24 Modelli sperimentali di prevenzione amministrativa
Capo V- Misure per lo sviluppo del territorio Art. 25 Distretto turistico e zona a burocrazia zero
Art. 26 Progetti di microcredito
Capo VI – Disposizioni finali
Art. 27 Cabina di regia
Art. 28 Forme di partecipazione di soggetti privati Art. 29 Diffusione del Protocollo e nuove adesioni
Art. 30 Durata
Art.31 Modifiche
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE CAMPANIA, IL PREFETTO DI NAPOLI E IL SINDACO DI NAPOLI
PREMESSO CHE:
– l’Art. 118 della Costituzione, ultimo comma, dispone che “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà” ;
– le ultime previsioni normative in materia di sicurezza delineano una strategia di intervento complessiva che mette le città e i cittadini al centro delle politiche di sicurezza;
– la sicurezza è un bene primario dei cittadini da garantire in via prioritaria per assicurare lo sviluppo sociale ed economico del territorio e un’adeguata qualità di vita degli stessi per la cui efficace realizzazione si rende necessario il concorso di diversi soggetti, tutti funzionali, in una governance multilivello, dell’ordinato vivere civile che è indubbiamente la meta di uno Stato di diritto libero e democratico;
– è sempre più avvertita l’esigenza di un rafforzamento della collaborazione tra amministrazioni centrali, istituzioni locali e società civile che – nel rispetto delle relative attribuzioni, ruoli e responsabilità – dia vita sul territorio ad un processo di gestione della sicurezza sempre più ampia e partecipata;
– l’innalzamento dei livelli di sicurezza non è soltanto frutto delle attività meritorie di prevenzione e repressione dei reati poste in essere dall’Autorità Giudiziaria e dalle Autorità di Pubblica Sicurezza e delle Forze di Polizia, ma anche dall’attuazione di una serie di iniziative organiche ed integrate di prevenzione sociale mirate alla riqualificazione del tessuto urbano, al recupero del degrado ambientale, ad animare le periferie contrastando i comportamenti devianti e contribuendo ad elevare i livelli di sicurezza e vivibilità;
– su tali linee sono stati previsti specifici strumenti normativi (quali i “Patti per l’attuazione della sicurezza urbana” e gli “Accordi per la sicurezza integrata”) i quali prevedono che alla realizzazione degli obiettivi di cui al punto precedente possono concorrere – sotto il profilo del sostegno strumentale, finanziario e logistico – enti pubblici, anche non economici, e soggetti privati, ferma restando la finalità pubblica degli interventi;
– la criminalità diffusa – cioè il complesso dei comportamenti devianti che, per una serie di fattori, assumono una dimensione capillare che ne rende più difficile la prevenzione e repressione – rappresenta oggi uno dei fattori che maggiormente condiziona negativamente la vivibilità degli ambienti urbani generando nella cittadinanza un senso di insicurezza che rende necessario il coinvolgimento anche della società civile per realizzare forme di partecipazione che sono alla base della crescita del livello di sicurezza percepita;
– il tema della sicurezza pubblica deve necessariamente accompagnarsi ad una maggiore affermazione della legalità da attuare anche attraverso una più incisiva ed integrata azione di vigilanza in materia di tutela del lavoro, con particolare riferimento alla prevenzione e al controllo della sicurezza sui luoghi di lavoro soprattutto in quegli ambiti, come ad esempio quello portuale, caratterizzato dalla compresenza di diversi e importanti poli produttivi, di un sistema di piccole e medie imprese nonché di diversi cantieri;
– nel tempo, pertanto, in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e Sicurezza Pubblica è stata tracciata una cornice organica di interventi prioritariamente indirizzati all’adozione di misure che possano incidere preventivamente su situazioni molto avvertite dalla cittadinanza, in particolar modo in alcune zone del capoluogo (spaccio di sostanze stupefacenti, criminalità predatoria, occupazione arbitraria di immobili, smercio di beni contraffatti o falsificati, dispersione e abbandono scolastico, degrado ambientale, ripercussioni sul decoro urbano e sulla quiete pubblica conseguenti al fenomeno della movida selvaggia, difficoltà nella gestione dell’impatto migratorio, critiche nel riutilizzo e nella gestione dell’ingente patrimonio di immobili confiscati alla criminalità organizzata, fenomeno dei parcheggiatori abusivi e della prostituzione, limitazione del godimento di spazi pubblici da parte dei cittadini, etc.);
– nel corso di diversi incontri tenutisi in Prefettura con i Presidenti delle dieci Municipalità del capoluogo, con altri soggetti istituzionali, con le Organizzazioni Sindacali nonché con le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative – è stata condivisa la necessità di intraprendere forme di collaborazione per un programma di interventi di promozione della sicurezza dei cittadini e dello sviluppo del territorio;
VISTI
la Legge 1° aprile 1981, n° 121, recante “Nuovo ordinamento dell’Amministrazione della pubblica sicurezza”;
la Legge 7 marzo 1986, n° 65, la quale fissa i lineamenti fondamentali dell’assetto ordinamentale e organizzativo della Polizia Locale;
l’art. 16-quater (“Disposizioni relative ai servizi di polizia stradale della polizia municipale”) del Decreto Legge 18 gennaio 1993, n° 8, convertito in legge 19 marzo 1993, n°68 recante “Disposizioni urgenti in materia di finanza derivata e di contabilità pubblica”;
il D.Lgs. 18 agosto 2000, n° 267, recante “Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti locali”;
il D.Lgs. 30 giugno 2003, n° 196, recante “Codice in materia di protezione dei dati personali”;
la circolare del Capo della Polizia – Direttore Generale della P.S. n° 123UC-3-2007-50 dell’8 maggio 2007, in materia di modalità di evasione delle richieste dei dati statistici sulla
delittuosità da parte degli Enti locali;
il D.Lgs. 9 aprile 2008, n° 81, come modificato dal Decreto Legge n° 146/2021, inerente l’attuazione di direttive riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro;
la Legge 15 luglio 2009, n° 94, recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”;
il provvedimento generale del Garante per la protezione di dati personali in materia di
videosorveglianza dell’8 aprile 2010;
le direttive in materia di videosorveglianza emanate dal Ministero dell’Interno ed, in particolare,
quelle emanate in data 6 agosto 2010, 2 marzo 2012, 29 novembre 2013 e 8 febbraio 2015;
il D. Lgs. 6 settembre 2011, n° 159, recante “Codice delle Leggi antimafia e delle misure di prevenzione nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli
artt. 1 e 2 della Legge 13 agosto 2010, n° 136”;
il decreto del Ministro dell’Interno 24 maggio 2012 recante “Delega ai Prefetti per la stipula di
convenzioni con Regioni ed Enti locali in applicazione dell’art. 1, comma 439, della Legge 27 dicembre 2006, n° 296” per la realizzazione di programma straordinari di incremento dei servizi di polizia, di soccorso tecnico urgente e per la sicurezza dei cittadini;
il Decreto Legge 31 agosto 2013, n° 102, recante “Disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici” – convertito, con modificazioni, in Legge 28 ottobre 2013, n° 124;
le linee strategiche per il controllo coordinato del territorio, diramate dal Ministero dell’Interno il 30 aprile 2015, e successive disposizioni integrative, con le quali, rilevata una diretta correlazione tra disagio sociale, degrado dei comportamenti e fenomeni di maggiore pericolosità ed allarme, si prende atto della necessità di adottare nuove strategie di intervento attraverso i Piani di Controllo Coordinato del Territorio, nonché “l’azione congiunta di più livelli di governo per le iniziative da intraprendere, con un rafforzamento della collaborazione tra Amministrazioni centrali, istituzioni locali e società civile che, nel rispetto delle relative competenze, responsabilità e ruoli, dia vita sul territorio ad un processo di partecipazione alla gestione della sicurezza, nel convincimento che la materia richieda misure diversificate a seconda dei differenti contesti di riferimento”, nel quadro di una sicurezza più integrata e partecipata;
il Decreto Legge del 20 febbraio 2017, n° 14, convertito in Legge 18 aprile 2017, n° 48, recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città” e, segnatamente, il primo comma dell’art. 5 secondo cui “con appositi patti sottoscritti tra il Prefetto e il Sindaco (…) possono essere individuati, in relazione alla specificità dei contesti, interventi per la sicurezza urbana (…)” in coerenza con le linee generali delle politiche pubbliche per la promozione della sicurezza integrata;
il secondo comma del suddetto art. 5 il quale specifica che i patti per la sicurezza urbana, di cui al comma 1, perseguono, prioritariamente, i seguenti obiettivi:
a) prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, attraverso servizi e interventi di prossimità, in particolare a vantaggio delle zone maggiormente interessate da fenomeni di degrado (…);
b) promozione e tutela della legalità, anche mediante mirate iniziative di dissuasione di ogni forma di condotta illecita, compresi l’occupazione arbitraria di immobili e lo smercio di beni contraffatti o falsificati, nonché la prevenzione di altri fenomeni che comunque comportino turbativa del libero utilizzo degli spazi pubblici;
c) promozione del rispetto del decoro urbano, anche valorizzando forme di collaborazione interistituzionale tra le amministrazioni competenti (…) nell’individuazione di aree da sottoporre a particolare tutela ai sensi del successivo art. 9, comma 3;
d) promozione dell’inclusione, della protezione e della solidarietà sociale mediante azioni e progetti per l’eliminazione di fattori di marginalità, anche valorizzando la collaborazione con enti o associazioni operanti nel privato sociale (…);
il successivo art. 7 con cui viene indicato – quale ulteriore strumento per l’attuazione di iniziative congiunte con specifici obiettivi volti all’incremento dei servizi di controllo e valorizzazione del territorio – la possibilità di un concorso di enti pubblici, anche non economici e soggetti privati, sotto il profilo strumentale, finanziario e logistico ai sensi dell’art. 6 bis, comma 1, del Decreto Legge 14 agosto 2013, n° 93, convertito in Legge 15 ottobre 2013, n° 119;
la circolare del Capo della Polizia – Direttore Generale della P.S. n° 558/SICPART/422.2/47/316370 dell’8 giugno 2017, avente ad oggetto “Patti per l’attuazione della sicurezza urbana. Forza di intervento rapido”;
il Decreto del Ministro dell’Interno del 15 agosto 2017 recante “Direttiva sui comparti di specialità delle Forze di Polizia e sulla razionalizzazione dei presidi di polizia”;
la Legge 17 ottobre 2017, n° 161, recante “Modifiche al Codice delle Leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al D.Lgs, 6 settembre 2011, n° 159, al Codice Penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del Codice di procedura penale e altre disposizioni. Delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate”;
il D.Lgs. 10 agosto 2018, n° 101, recante “Disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento UE 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (Regolamento generale sulla protezione dei dati);
le direttive in materia di occupazioni arbitrarie di immobili emanate dal Ministero dell’Interno – Gabinetto del Ministro con circolari del 1° settembre 2017 e 1° settembre 2018;
la cornice di riferimento delineata dall’Accordo sulle Linee generali delle politiche pubbliche per la promozione della sicurezza integrata, approvato dalla Conferenza Unificata Stato- Regioni-Autonomie Locali, il 21 gennaio 2018, fondata su quattro direttrici: 1) lo scambio informativo tra Polizia Locale e le Forze di Polizia presenti sul territorio per gli aspetti di interesse comune, fermo restando le rispettive attribuzioni istituzionali; 2)l’interconnessione, a livello territoriale, delle sale operative della Polizia Locale con quelle delle Forze di Polizia; 3)
la regolamentazione dell’utilizzo in comune dei sistemi di sicurezza tecnologica finalizzati al controllo delle aree e delle attività soggette a rischio; l’aggiornamento professionale integrato per gli operatori di polizia locale e delle Forze di Polizia;
le linee guida per l’attuazione della sicurezza urbana, di cui all’art. 5 del già citato Decreto Legge 20 febbraio 2017, n° 14, adottate in sede di Conferenza Stato-Città e Autonomie locali in data 26 luglio 2018;
il D.Lgs.10 agosto 2018, n° 101, recante “Disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento UE 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (Regolamento generale sulla protezione dei dati)”;
il Decreto Legge del 4 ottobre 2018, n° 113, recante “Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’Interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata” convertito, con modificazioni, in Legge 1° dicembre 2018, n° 132;
l’art. 11 bis, comma 19, del “Decreto Semplificazioni” (Decreto Legge 14 dicembre 2018, n° 135, convertito in Legge 11 febbraio 2019, n° 12);
il Decreto del Ministro dell’Interno del 24 giugno 2021 con il quale è stato ripartito, per l’anno in corso, il fondo previsto dall’art. 53 del Decreto Legge n° 73 del 25 maggio 2021, convertito con modificazioni in Legge n° 106 del 23 luglio 2021, finalizzato all’adozione da parte dei Comuni di misure urgenti, connesse all’emergenza Covid 19, di solidarietà alimentare e di sostegno alle famiglie per il pagamento dei canoni di locazione e delle utenze domestiche;
il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili del 19 luglio 2021 con il quale lo stesso ha provveduto al riparto regionale della dotazione complessiva assegnata, per il corrente anno, al Fondo nazionale di sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, di cui all’art.11 della Legge n° 431/1998, al fine di ridurre il disagio abitativo riscontrato sul territorio nazionale ulteriormente incrementato a seguito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19;
la circolare del Ministero dell’Interno – Gabinetto del Ministro n° 0053213 del 3 agosto 2021 che suggerisce ai Prefetti di addivenire alla sottoscrizione di appositi Protocolli allo scopo di garantire un’efficace applicazione delle misure solidaristiche volte alla riduzione del disagio abitativo;
il Decreto del Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, del 9 ottobre 2021 recante “Definizione delle modalità di presentazione delle richieste di ammissione ai finanziamenti da parte dei Comuni nonché dei criteri di ripartizione delle relative risorse stanziate per l’anno 2021”;
CONVENGONO QUANTO SEGUE
Quanto indicato in premessa forma parte integrante e vincolante del presente atto.
CAPO I – PREVENZIONE DEI FENOMENI DI CRIMINALITA’ DIFFUSA E PREDATORIA
Art. 1
Rafforzamento della prevenzione e controllo del territorio anche con sistemi di videosorveglianza
L’applicazione dei principi di coordinamento, sussidiarietà e partecipazione può dare impulso ad un sistema complesso di sicurezza, capace di coinvolgere pubblico e privato, per rafforzare il livello di protezione del territorio, incentrato oggi prevalentemente sull’attività effettuata dalle Forze di Polizia, con una visione più strategica che si ponga quale obiettivo l’individuazione di iniziative idonee ad assicurare un “territorio sotto controllo”, previa ricognizione delle situazioni critiche.
La Regione Campania e il Comune di Napoli si impegnano a partecipare – ai sensi dell’art. 6 bis “Accordi territoriali di sicurezza integrata per lo sviluppo”, comma 1, del Decreto Legge 14 agosto 2013, n° 93, recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonche’ in tema di protezione civile e di commissariamento delle province”, convertito, con modificazioni, in Legge 15 ottobre 2013, n° 119 -, ai programmi di finanziamento, anche in ambito europeo, che si renderanno disponibili per la realizzazione di nuovi sistemi di videosorveglianza e video allarme ad integrazione degli impianti già esistenti adottando le tecnologie idonee a realizzare il diretto collegamento con le sale operative delle Forze di Polizia e garantendo gli standard tecnologici/qualitativi richiesti dal Decreto Legge 14/2017 e di compatibilità con la rete del capoluogo campano.
La Prefettura di Napoli contribuirà, anche tramite interlocuzione con il Ministero dell’Interno, all’individuazione di linee di finanziamento disponibili per la realizzazione dei sistemi in argomento, individuando situazioni di maggiore complessità che richiedano interventi immediati.
Per il perseguimento degli obiettivi di controllo e valorizzazione del territorio, la Prefettura potrà addivenire ad appositi accordi e intese con le Associazioni di categoria volti alla realizzazione di nuovi impianti di videosorveglianza o alla messa in rete di sistemi privati già presenti a presidio di banche, farmacie, tabaccherie, gioiellerie, condominii, imprese, etc.. La progettazione potrà essere elaborata anche con la collaborazione di enti e aziende specializzate, di diritto pubblico o privato, nel rispetto della normativa vigente, ivi comprese le Università. I relativi progetti, ferma restando la finalità pubblica degli interventi, potranno essere realizzati anche con il coinvolgimento di soggetti privati per il necessario sostegno strumentale, finanziario e logistico. In ogni caso dovrà essere garantito il rispetto delle disposizioni del Garante per la Protezione dei dati personali in materia di videosorveglianza ed è prevista la preventiva approvazione del Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e la preliminare valutazione di fattibilità degli Organi tecnici del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno.
Per quanto attiene la deterrenza degli atti criminali sui mezzi pubblici di trasporto urbano – ambienti complessi da monitorare in termini di sicurezza sia per i volumi dei passeggeri sia per l’imprevedibilità dei loro comportamenti – la Regione Campania si adopererà per il finanziamento di sistemi di videosorveglianza sugli stessi e valuterà con le altre Parti la possibilità di realizzazione di sistemi analoghi sui taxi.
La Regione si impegna, inoltre, a rinnovare alla scadenza il Protocollo d’Intesa triennale, sottoscritto con i Prefetti delle cinque province campane in data 11 febbraio 2020, “per il miglioramento degli standard di sicurezza a favore dei viaggiatori e del personale in servizio e contro la vandalizzazione dei mezzi di trasporto”. Questa forma di collaborazione, attivata sin dal 2016, ha reso possibile riconoscere agli appartenenti alle Forze di Polizia il diritto alla circolazione gratuita sugli autobus, con l’obiettivo di fornire assistenza e intervento in caso di commissione di reati o di necessità di ripristino dell’ordine pubblico. In tal modo è stato possibile rafforzare il presidio delle Forze di polizia, in particolare sulle tratte più a rischio, accrescendo la percezione di sicurezza dei viaggiatori.
Le Parti valuteranno la fattibilità di un sistema di interconnessione, a livello territoriale, delle sale operative della Polizia Locale con le sale operative delle Forze di Polizia nonché la fattibilità di una sala operativa volta alla ricezione continua delle immagini con remotizzazione, in aderenza a quanto previsto dalle Linee Generali delle politiche pubbliche per la promozione della sicurezza integrata citate in premessa.
Il Comune di Napoli adotterà apposite delibere di Giunta per la sostenibilità dei costi di energizzazione degli impianti di videosorveglianza pubblici destinati al controllo del territorio.
La Prefettura di Napoli – nell’ambito dei lavori del Tavolo tecnico sulla videosorveglianza già costituito – provvederà all’aggiornamento costante del censimento dei sistemi di videosorveglianza pubblici presenti in ambito cittadino al fine di conseguire, nel tempo, una razionale copertura del territorio in grado di assicurare un adeguato controllo dei luoghi a rischio anche sul piano dei fenomeni di criminalità diffusa, movida selvaggia e degrado urbano. Il Tavolo tecnico è presieduto e coordinato da un dirigente prefettizio e ne fanno parte componenti designati dalla Regione, dal Comune e dagli Organi di Polizia.
Il Tavolo procederà altresì ad un’analisi mirata ad individuare dettagliatamente le aree cittadine a maggior rischio criminale, sprovviste di sistemi di videosorveglianza, ove realizzare apposita impiantistica per supportare l’attività investigativa delle Forze dell’ordine, anche con l’apporto economico delle associazioni dei commercianti, degli industraili o di altri partner privati nonché con il contributo delle Università e di aziende del settore tecnologico e delle telecomunicazioni.
La Prefettura ed il Comune di Napoli si impegnano al rinnovo del protocollo d’intesa “1000 occhi sulla città” con gli Istituti di vigilanza privata. Lo strumento pattizio è finalizzato ad attuare un monitoraggio costante da parte dei predetti Istituti, selezionati in seno al Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, delle aree cittadine più a rischio, attraverso segnalazioni che confluiranno presso le centrali operative delle Forze dell’ordine e che riguarderanno non soltanto fatti connessi a reati, ma anche alla sicurezza urbana e stradale, oltre a situazioni di degrado urbano e disagio sociale, rendendo sempre più efficace il controllo del territorio attraverso modelli sinergici di collaborazione sul piano della sicurezza.
ART. 2
Interscambio informativo e aggiornamento professionale integrato
La conoscenza dell’andamento dei fenomeni criminali è presupposto basilare per lo sviluppo di efficaci politiche integrate di sicurezza.
Pertanto, in conformità alle previsioni contenute al paragrafo 3) delle Linee Generali delle politiche pubbliche per la promozione della sicurezza integrata, la Prefettura fornirà al Comune – in forma di elaborazione statistica anonima e comunque nel rispetto delle indicazioni diramate dal Garante per la privacy – i dati di contesto sull’andamento della delittuosità e sulle manifestazioni di illegalità più direttamente attinenti ai fenomeni di illegalità diffusa o connessi al degrado urbano.
Oltre questi dati di contesto, lo scambio informativo tra Polizia Locale e Forze di Polizia si svilupperà a livello operativo.
Il Comune si impegna, a sua volta, a mettere a disposizione, come indicato nelle citate Linee Generali, i patrimoni informativi utili alle Autorità di Pubblica Sicurezza e alle Forze di Polizia per l’assolvimento dei compiti loro riservati, quali i dati anagrafici della popolazione residente in Italia e dei cittadini italiani residenti all’estero oppure i dati relativi alle carte d’identità o ancora informazioni provenienti da banche dati afferenti il settore del commercio.
In sede di Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica verranno definite le linee operative di attuazione dell’obiettivo di interscambio informativo.
Per realizzare efficaci politiche di costruzione di un sistema di sicurezza integrata le Parti si impegnano, infine, ad attivare corsi di aggiornamento professionale congiunto su materie ed argomenti di interesse comune. A tal fine la Regione metterà a disposizione, sotto il profilo logistico, la Scuola regionale di Polizia Locale riservando parte delle risorse finanziarie destinate alla formazione delle Polizie Locali anche alla realizzazione di iniziative di formazione interforze.
ART. 3
Misure di detrazione da parte del Comune in favore di privati ed associazioni
L’art. 7, comma 1 bis, del Decreto Legge n° 14/2017 prevede che i Patti per la sicurezza urbana possano contemplare anche l’avvio di progetti di cittadinanza attiva – proposti da enti gestori di edilizia residenziale ovvero da amministratori di condominii, da imprese, anche individuali, dotate di almeno dieci impianti, da Associazioni di categoria ovvero da consorzi o da comitati all’uopo costituiti tra imprese, professionisti o residenti – per la realizzazione, a carico di privati, di sistemi di videosorveglianza tecnologicamente avanzati, dotati di software di analisi video per il monitoraggio attivo con l’invio di segnali di allarme alle centrali delle Forze di Polizia o di Istituti di Vigilanza convenzionati.
A tal fine, il Comune di Napoli introdurrà in favore di detti soggetti che assumono a proprio carico gli oneri di investimento, gestione e manutenzione dei sistemi di cui trattasi, detrazioni dall’imposta municipale propria (IMU) o dal tributo per i servizi indivisibili (TASI).
I progetti dovranno essere inoltrati alla Prefettura di Napoli per un esame in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica
ART. 4
Tavoli di osservazione in materia di sicurezza presso le Municipalità del Comune di Napoli
Al fine di avvicinare sempre più le Istituzioni ai territori e alle comunità, presso le singole Municipalità verranno istituiti i Tavoli di osservazione per le tematiche connesse alla sicurezza e alla vivibilità dei quartieri, coordinati da Dirigenti della Prefettura e composti da un Assessore o Dirigente del Comune, dai Presidenti della Municipalità, dai Responsabili degli Uffici e Comandi delle Forze di Polizia e della Polizia Locale con il compito di segnalare in sede di Comitato le azioni più urgenti di prevenzione e di contrasto. Sempre in un’ottica di massima partecipazione, i Tavoli potranno attuare un confronto costante con i dirigenti scolastici, le parrocchie, i dirigenti dei settori giovanili delle società sportive nonché con i comitati civici e gli altri soggetti collettivi esponenziali degli interessi e bisogni avvertiti nella realtà di quartiere. In tal modo, coerentemente con quanto disposto dalle Linee Generali delle politiche pubbliche per la promozione della sicurezza integrata, sarà incoraggiata la partecipazione attiva dei cittadini all’attuazione di azioni concrete nell’ambito delle politiche sociali, giovanili e culturali.
Periodicamente i Tavoli di osservazione sottoporranno le maggiori criticità al Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
CAPO II – MISURE PER L’ATTUAZIONE DELLA SICUREZZA URBANA
ART. 5
Individuazione e regolamentazione aree urbane da sottoporre a particolare tutela e misure di prevenzione
La Prefettura e il Comune di Napoli, in sede di Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, individueranno le aree urbane – caratterizzate da un maggior grado di disagio o da altre criticità – in cui avviare una prima fase di sperimentazione degli interventi di sicurezza integrata e sociale nonché di decoro urbano. Per la rivitalizzazione sociale di dette aree, le Parti concordano sulla necessità di avvalersi del contributo degli attori sociali, delle istituzioni scolastiche e sanitarie, della Diocesi, delle Fondazioni del territorio, degli enti del Terzo Settore di comprovata esperienza e del volontariato. In tal modo potranno essere definiti dei presìdi di sicurezza territoriale nell’ambito dei quali sviluppare intese e progettualità, fra i medesimi soggetti, per la realizzazione di interventi di accoglienza e di prevenzione sociale e sanitaria a favore di persone senza fissa dimora o in condizione di marcata marginalità socio-economica.
La Regione Campania, negli ambiti di competenza, attiverà programmi specifici di sicurezza per il benessere delle comunità locali secondo le indicazioni che emergeranno in sede di Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, anche al fine di incidere positivamente sulla percezione di sicurezza dei cittadini.
Il Comune di Napoli si impegna a inserire nel redigendo Regolamento di Sicurezza Urbana specifiche norme per l’attuazione del cd “DASPO Urbano”, coerentemente con le disposizioni previste dagli articoli 8 e 9 del D.L. 20 febbraio 2017, n. 14, convertito in Legge 18 aprile 2017, n. 48 e s.m.i..
ART. 6
Misure di rafforzamento illuminazione pubblica
Tenuto conto della rilevanza che un capillare ed efficiente sistema di illuminazione pubblica assume in termini sia di sicurezza percepita, sia di deterrenza per la criminalità, sia di efficacia dell’azione preventiva mediante i servizi di videosorveglianza, il Comune di Napoli potenzierà l’illuminazione pubblica presente sul territorio cittadino soprattutto nelle aree maggiormente soggette ad episodi di criminalità predatoria, al degrado urbano e a fenomeni di spaccio di sostanze stupefacenti e prostituzione.
A tal fine potranno essere previste anche forme di contribuzione della Regione Campania, nell’ambito dei programmi di sicurezza per il benessere delle comunità locali di cui all’art.5, comma 2, del presente Accordo nonché il contributo di soggetti privati.
ART. 7
Interventi per la morosità incolpevole
Nella città di Napoli si registrano diffuse tensioni sociali dovute a situazioni di disagi abitativi con conseguente alto numero di procedimenti di sfratto avviati e definiti con convalida. La gran parte delle procedure esecutive è riconducibile a casi di morosità dei conduttori da attribuire alle precarie condizioni socio-economiche, ulteriormente aggravatesi a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid 19 che ha ampliato la platea degli indigenti e delle famiglie a rischio povertà.
Le Parti sottoscrittrici attiveranno proficue sinergie – anche con altri soggetti istituzionali a vario titolo coinvolti e con le competenti organizzazioni ed associazioni sindacali – affinché vengano individuati alloggi sfitti da indirizzare a soluzioni di emergenza abitativa; sia promosso il recupero di strutture pubbliche – anche oggetto di confisca alla criminalità organizzata – da riqualificare e destinare a graduatorie specifiche derivanti da sfratto per morosità incolpevole.
La Prefettura di Napoli, che conformemente alle direttive all’uopo impartite dal Ministero dell’Interno ha già avviato azioni mirate a contenere il fenomeno del disagio abitativo, si impegna a portare a termine la sottoscrizione di uno specifico Protocollo d’Intesa, in accordo con i soggetti pubblici e privati interessati. Detto Protocollo consentirà l’attivazione presso gli uffici prefettizi di un Tavolo permanente di confronto istituzionale il quale dovrà occuparsi, tra l’altro, di una valutazione preventiva delle procedure di sfratto per morosità incolpevole da sottoporre all’attenzione del Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica per le conseguenti determinazioni circa l’adozione di misure di graduazione programmata dell’intervento della forza pubblica.
La Regione Campania, da parte sua, promuoverà ogni utile iniziativa idonea ad assicurare che i fondi per la morosità incolpevole, di cui al Decreto del 19 luglio 2021 del Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili, siano erogati agli aventi diritto anche nella fase di precontenzioso, al fine di consentire agli inquilini di sanare il ritardo accumulato nei pagamenti dei canoni di locazione prima dell’avvio di una procedura di sfratto da parte dei proprietari.
La Regione Campania si impegna, inoltre, ad attivare in tempi stretti – anche per il tramite dell’Agenzia Campana per l’Edilizia Residenziale (ACER) – la piattaforma telematica regionale per il censimento degli alloggi ERP da concedere in affitto, a un canone ridotto rispetto a quello di mercato, a cittadini che si trovano in una situazione di disagio economico nonché a valutare la possibilità di erogare forme di finanziamento al Comune per soggetti bisognosi.
ART. 8
Occupazione arbitrarie di immobili
La problematica delle occupazioni arbitrarie degli alloggi privati o di edilizia residenziale pubblica (ERP) sta assumendo contorni di assoluto rilievo, la Prefettura di Napoli si impegna a proseguire nell’azione di contrasto al fenomeno – con particolare riguardo ai casi in cui gli abusi siano perpetrati da soggetti collegati alla criminalità organizzata – atteso che dette occupazioni, oltre a danneggiare gli interessi delle parti proprietarie degli immobili, ledono il generale interesse dei consociati alla convivenza ordinata e pacifica.
La Prefettura, ai sensi dell’art 11 del decreto legge n.14 del 20 febbraio 2017, nei casi in cui si debba dar corso all’esecuzione di un provvedimento, adottato dall’Ente locale, di rilascio di un immobile di proprietà pubblica, occupato abusivamente, ovvero all’esecuzione di un provvedimento giudiziario di rilascio di un immobile di proprietà privata, convocherà il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica per prevenire il pericolo di turbativa per l’ordine e la sicurezza pubblica attraverso il concorso delle Forze dell’ordine, informando l’Autorità Giudiziaria che ha emesso il provvedimento di rilascio.
Inoltre, verrà istituita presso la Prefettura una cabina di regia della quale faranno parte la Regione Campania, il Comune di Napoli e gli enti in grado di fornire elementi di conoscenza utili in merito alla titolarità di diritti sull’immobile, al suo stato e agli occupanti. Verrà adottato un piano emergenziale e di priorità, con interventi immediata, per la tutela di soggetti in condizione di fragilità che non siano in grado di provvedere autonomamente al reperimento di una diversa sistemazione alloggiativa.
Sulla base degli esiti del censimento preventivamente svolto, il Comune di Napoli garantirà, avvalendosi della rete dei dipendenti Servizi sociali, l’attivazione di specifici interventi nei confronti dei soggetti fragili interessati all’esecuzione dello sgombero privi della possibilità di soddisfare, autonomamente o attraverso il sostegno dei loro parenti, le prioritarie esigenze conseguenti alla loro condizione. Per tutti gli altri occupanti che non si trovano in situazioni di fragilità, invece, potrà essere valutata la possibilità di provvedere a forme più generali di assistenza.
ART. 9
Misure a tutela del patrimonio immobiliare anche confiscato alla criminalità organizzata
Le Parti si impegnano ad attivare proficue sinergie anche con altri enti o amministrazioni (Soprintendenza, Ferrovie dello Stato, enti pubblici e privati, fondazioni) affinché ognuno, per la propria competenza, assicuri la manutenzione costante del proprio patrimonio immobiliare, nonché il risanamento di quei luoghi in stato di degrado ed abbandono.
Il Comune di Napoli, assegnatario di un ingente patrimonio immobiliare confiscato alla criminalità organizzata, si impegna a realizzare verifiche dello stesso, sotto il profilo della agibilità e del decoro, e a candidarsi per ottenere finanziamenti a valere sulle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)/Investimento 2 (Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie) per la realizzazione di progetti finalizzati creare centri dedicati alle vittime di violenza (donne e bambini) e case rifugio; nidi e micronidi; alla riduzione del disagio abitativo; strutture diurne o residenziali, centri per alloggio/inclusione sociale delle persone che vivono in condizioni di esclusione; riqualificazione di spazi pubblici; utilizzo di beni per fini istituzionali; etc. .
La Prefettura di Napoli – nel presupposto che l’interesse comune al contrasto del crimine organizzato e al conseguente miglioramento delle condizioni generali di qualità della vita sul territorio, si raggiunge anche attraverso il reimpiego del patrimonio costituito dai beni sottratti alle mafie – continuerà a svolgere un accurato e costante monitoraggio per l’individuazione di linee di finanziamento disponibili e per testare le concrete possibilità di cofinanziamento – in partnership tra pubblico e privato – di progettualità particolarmente significative sotto il profilo culturale, sociale, artistico e storico attraverso lo strumento della Conferenza di servizi con l’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e di tutti gli interlocutori di volta in volta interessati.
Art. 10
Ordinanze sindacali e regolamentazione orari di chiusura di esercizi pubblici di intrattenimento notturno
Il divertimento notturno, caratterizzato dalla presenza di migliaia di giovani nel centro cittadino, deve trovare valide forme di contemperamento con il contrasto ad ogni condotta illecita, a situazioni di grave incuria o degrado del territorio o al pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, con particolare riferimento alle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti.
L’Amministrazione comunale, pertanto, oltre alla sopra richiamata adozione di cui all’art.5 del presente Accordo, del Regolamento di Polizia Urbana, adotterà apposite ordinanze sindacali in materia di orari di chiusura degli esercizi pubblici di intrattenimento notturno.
Il Comune, inoltre, subordinerà il rilascio dei titoli abilitativi necessari all’esercizio dei locali notturni di grandi dimensioni alla presenza di parcheggi privati ben illuminati e vigilati, alla presenza nei locali di personale sanitario idoneo agli interventi di primo soccorso e alla predisposizione di un sistema di vigilanza sulle persone in entrata e uscita.
Al fine di garantire un più incisivo controllo sui locali della cosiddetta movida, in sede di Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, verrà svolta un’attenta attività di monitoraggio mediante la promozione di interventi di interscambio informativo ed operativo tra Forze di Polizia e Polizia locale al fine di operare interventi congiunti, in particolar modo durante i giorni festivi ed i fine settimana, per contrastare eventuali attività illecite e quelle che recano disturbo alla quiete pubblica e/o offendono il decoro urbano.
Saranno, altresì, concordate, d’intesa con i competenti Organi di Vigilanza in materia di tutela del lavoro, azioni congiunte, tra Forze di Polizia e Polizia locale, mirate alla prevenzione di situazioni di illegalità nei confronti dei lavoratori che prestano servizio nei locali di intrattenimento serale. In tale contesto il Comune di Napoli si impegna a promuovere iniziative culturali e di svago nei fine settimana, quali l’apertura serale di musei, la programmazione di mostre, di percorsi turistici e tematici etc..
CAPO III – INTERVENTI A FAVORE DELL’INCLUSIONE SOCIALE E MISURE PER LA SOLIDARIETA’ SOCIALE
ART. 11 Istituzione Tavolo anticrisi
L’attuale situazione di crisi economica ed occupazionale, con inevitabili risvolti di ordine sociale, richiede un’attività di collaborazione interistituzionale e di confronto con la società civile. A tal fine sarà istituito presso la Prefettura un Tavolo anticrisi con funzione propositiva e di indirizzo, coadiuvato da gruppi di lavoro tematici (lavoro, disagio sociale, accesso al credito e al microcredito di imprese e famiglie). In tale sede si potrà addivenire ad appositi accordi e intese con organizzazioni, fondazioni ed imprese operanti nel Terzo settore, al fine di valorizzare i contributi e i progetti di quegli operatori economici che, nell’esercizio della propria attività economica e sociale, abbiano l’obiettivo di realizzare anche iniziative di sviluppo territoriale. Il Tavolo potrà esaminare preventivamente le principali situazioni di crisi del territorio e proporre misure di tutela dei lavoratori coinvolti al fine del mantenimento dell’occupazione.
ART. 12 Scuole sicure
Le Parti condividono l’obiettivo di adottare ogni misura preventiva e di contrasto a tutti quei fenomeni di devianza prossimi all’attività scolastica con particolare riferimento al consumo di sostanze stupefacenti nonché al bullismo e al cyberbullismo.
A tale scopo le Parti si impegnano ad intensificare le già proficue interlocuzioni con le Forze di Polizia, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania – Ambito Territoriale di Napoli, allo scopo di porre in essere iniziative di prevenzione e favorire il processo di superamento delle più gravi forme di devianza.
Nell’ambito della più ampia e complessiva strategia d’azione, che prevede interventi mirati di controllo del territorio e l’intensificazione dell’attività info-investigativa da parte delle Forze di Polizia, il Comune di Napoli promuoverà la messa in sicurezza delle scuole nella propria disponibilità, interventi di riqualificazione delle aree limitrofe alle Istituzioni scolastiche, anche mediante la realizzazione di impianti di videosorveglianza, e garantirà il supporto della Polizia Locale nelle attività di controllo del territorio.
Sarà altresì valutato l’inserimento delle scuole e dei plessi scolastici tra i siti relativamente ai quali è consentita l’applicazione del DASPO urbano e realizzate campagne informative rivolte a studenti e genitori degli istituti di istruzione secondaria.
Allo scopo di rafforzare gli interventi a favore dell’inclusione sociale e le misure per la solidarietà sociale, di cui al presente Capo, le Parti si impegnano altresì a valorizzare le scuole come comunità attive, aperte ed integrate, motore di crescita del territorio in grado di sviluppare e aumentare l’interazione con le famiglie, con la comunità locale e con le associazioni con cui esse collaborano (scuole come “civic center”), anche attraverso il mantenimento, previo accordo con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania – Ambito Territoriale di Napoli, dell’apertura pomeridiana delle stesse, entro i limiti delle risorse pubbliche e private disponibili.
ART. 13
Misure in favore degli anziani
Un’ efficace azione finalizzata alla prevenzione e al contrasto al fenomeno delle truffe agli anziani, al di là degli interventi più squisitamente securitari, non può prescindere dalla costruzione di un’adeguata rete di protezione sociale modellata sulle peculiari esigenze territoriali.
Al riguardo, le parti promuoveranno iniziative finalizzate al sostegno di campagne di tipo informativo/divulgativo e formativo, misure di prossimità nonché interventi di supporto, anche psicologico, alla popolazione anziana per scongiurare eventuali situazioni di rischio.
I Tavoli di Osservazione presso le Municipalità individueranno e segnaleranno alla Prefettura e al Comune le situazioni a maggior rischio.
La Prefettura di Napoli si impegna altresì a riunire periodicamente il “Comitato di coordinamento” – costituito nell’ambito delle azioni previste da uno specifico Protocollo d’Intesa tra Ministero dell’Interno e ABI – presieduto dal Prefetto e composto da un rappresentante designato dall’ABI e da rappresentanti delle Forze dell’Ordine, per la prevenzione dei reati di truffa, in particolare di natura finanziaria, nei confronti della popolazione di età più avanzata e con educazione finanziaria contenuta.
ART. 14
Misure di prevenzione e contrasto a forme di violenza sulle donne
Il fenomeno della violenza nei confronti delle donne rappresenta un tema di particolare delicatezza, gravità ed interesse sociale, essendo diffuso a livello globale, in ogni ambito sociale, e manifestando, negli ultimi anni, una preoccupante tendenza all’incremento.
Le Parti convengono che, in un’ottica di approccio sinergico e non formale, risulta di fondamentale importanza sostenere e assistere gli enti, le organizzazioni e le autorità a vario titolo impegnate nella prevenzione e contrasto di tale fenomeno, al fine di incentivare l’attuazione di interventi integrati che garantiscano efficienza, efficacia e tempestività di intervento.
Pertanto, si impegnano, per quanto di competenza, a valutare il sostegno a iniziative specifiche (a titolo meramente esemplificativo e non esaustivo: istituzione di borse lavoro da destinare a donne vittime di violenza, organizzazione di seminari e corsi di formazione per una migliore comprensione del fenomeno, stesura di opuscoli informativi destinati alle donne vittime di violenza per agevolare la conoscenza e la fruizione dei servizi e delle risorse messe a loro disposizione) allo scopo di coniugare protezione alle vittime e prevenzione intesa come decostruzione di determinati stereotipi di genere ed azioni volte a stimolare cambiamenti socioculturali.
La Regione si farà promotrice di un aggiornamento costante dell’elenco dei Centri Antiviolenza e delle Case rifugio concretamente operativi sul territorio dell’intero ambito metropolitano, mettendolo a disposizione delle Forze dell’ordine anche al fine di una gestione degli allontanamenti nella maniera più tempestiva ed adeguata possibile.
Nel quadro del programma delle iniziative da intraprendere, la Prefettura di Napoli d’intesa con la Regione Campania – in linea con i recenti interventi normativi adottati sul tema – si impegna a mettere in campo ogni utile iniziativa di comunicazione, in particolare con il coinvolgimento delle giovani generazioni, per consolidare una cultura di rispetto e di tutela del ruolo femminile nella società.
Art. 15
Interventi di inclusione e prevenzione sociale
Le parti firmatarie e gli aderenti al presente Protocollo si impegnano, ciascuna per gli aspetti di competenza, a favorire progetti di inclusione e prevenzione sociale, in materia di disagio abitativo e di occupazione, secondo le intese e le azioni condivise nell’ambito dei gruppi di lavoro tematici facenti parte del Tavolo anticrisi di cui all’Art. 10.
A tal fine si potranno definire programmi di collaborazione con organizzazioni e imprese operanti nel Terzo settore finalizzate alla realizzazione di interventi di presa in carico, formazione professionale, inserimento lavorativo, nonché in tema di emergenza abitativa, in favore di soggetti fragili.
ART. 16
Interventi in favore dei giovani: contrasto alla dispersione e abbandono scolastico, al disagio e alla devianza minorile
Il complesso ambito del cosiddetto disagio giovanile, in cui si innestano fenomeni legati all’abuso di alcol e sostanze psicotrope ed altre condotte di devianza, necessita non soltanto di interventi mirati al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti e di altre condotte rilevanti sul piano amministrativo, ma anche di azioni sinergiche con le Agenzie educative, i Servizi sociali del territorio, i Dipartimenti Dipendenze delle ASL, gli Organi Giudiziari competenti, nonché del contributo degli operatori economici del mondo delle discoteche e dei locali notturni, del mondo associativo e sportivo e delle parrocchie, atti a promuovere un’efficace sensibilizzazione e vigilanza.
Pertanto, al fine di affrontare efficacemente il fenomeno del disagio e della devianza minorile, le Parti si impegnano a favorire forme di collaborazione ulteriori con i soggetti pubblici e privati a vario titolo coinvolti nella promozione di interventi in ambito educativo e a sostenere il ruolo proattivo delle scuole e delle Università nella diffusione della cittadinanza attiva e della cultura della legalità.
La Prefettura di Napoli proseguirà l’attività di monitoraggio – prevista dal Protocollo d’Intesa stipulato in data 20 giugno 2018 con l’Autorità di Gestione del PON Legalità, la Regione Campania, la Prefettura di Napoli, la Direzione Scolastica regionale, il Comune di Napoli e l’ANCI Campania – dell’attuazione del progetto “Percorsi di Inclusione, Innovazione Territoriale e Empowerment” (PITER), destinato al “Rione Sanità” di Napoli. Il Progetto, di natura sperimentale e prototipale, finanziato al Comune di Napoli dal Ministero dell’Interno – PON Legalità per 3 mln di euro, sta consentendo la presa in carico di 300 minori tra i 6 e i 18 anni, a grave rischio di emarginazione sociale e criminalità, attraverso il contrasto della dispersione scolastica e l’avviamento di un percorso di inclusione, che comprende anche la formazione professionale.
Il Comune di Napoli si impegna a verificare la possibilità di mutuare, promuovendo le opportune sinergie con gli altri soggetti coinvolti, il progetto Piter in altri territori cittadini ad elevato rischio di abbandono giovanile, proseguendo le interlocuzioni con il Ministro dell’Interno finalizzate ad ottenere ulteriori risorse per proseguire le attività.
La Prefettura di Napoli si impegna altresì a verificare la disponibilità di ulteriori linee di finanziamento gestite dal Ministero dell’Interno per la realizzazione di progetti di educazione alla legalità, anche al fine di sostenere il Patto Educativo per la Città Metropolitana di Napoli, iniziativa promossa dall’Arcivescovo di Napoli affinché bambini, ragazzi e giovani possano essere rimessi al centro delle politiche educative e del dibattito cittadino con un percorso condiviso capace di creare rete tra Istituzioni, Chiesa, Terzo settore, mondo dell’associazionismo e del volontariato.
Il Comune di Napoli, con la sottoscrizione del presente Accordo, si impegna a cogliere le opportunità proposte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) Istruzione con particolare riferimento a quelle volte alla riduzione del gap nelle competenze di base, alla riduzione del tasso di abbandono scolastico e al contrasto della dispersione scolastica. In particolare, il Comune si candiderà per ottenere finanziamenti nell’ambito delle linee di investimento già attivate dal PNRR Istruzione dedicate all’incremento dell’offerta di servizi educativi nella fascia 0-6 anni, alla realizzazione di nuovi edifici scolastici, all’aumento della disponibilità di mense per le scuole primarie e alla realizzazione o riqualificazione di palestre o impianti sportivi. Queste ultime due iniziative consentiranno di facilitare l’allungamento dell’orario scolastico con l’introduzione di attività volte ad incrementare le competenze trasversali degli studenti e a promuovere stili di vita salutari, rafforzando la funzione della scuola sui territori. Il Comune si impegna altresì a valutare iniziative proposte dal privato sociale nei medesimi ambiti del potenziamento dell’offerta formativa, del contrasto della povertà educativa e della dispersione e dell’abbandono scolastico nonché a proseguire nelle iniziative di monitoraggio e analisi statistica del fenomeno dell’evasione scolastica, già avviate.
ART. 17
Gestione dell’impatto migratorio
Negli ultimi anni il numero di cittadini di paesi terzi ha continuato a crescere rapidamente nella provincia di Napoli. Il massiccio afflusso di tali cittadini è divenuto un fenomeno di vaste e significative proporzioni con rilevanti conseguenze di carattere sociale, economico e politico, soprattutto sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica. Oggi la Campania e, in particolare, il suo capoluogo, pur restando terra di transito, è diventata anche una regione in cui gli immigrati si stabilizzano.
Al riguardo, il Comune di Napoli, anche in sinergia con gli enti del Terzo settore presenti sul territorio napoletano, garantirà un sistema di interventi di accoglienza e inclusione sociale con l’intento di garantire alla popolazione dei paesi terzi pari opportunità di accesso ai beni e ai servizi pubblici e privati.
Nell’ambito della strategia di intervento perseguite con il presente Accordo, l’Amministrazione comunale si impegna altresì ad ultimare il progetto finanziato dal PON Legalità 2014-2020, per l’importo di circa 1.499.984,00 euro, relativo al recupero funzionale e al riuso degli immobili confiscati alla criminalità organizzata siti in vico VI Duchesca n. 12 e via Vittorio Emanuele III n. 13 per l’attivazione di un Centro per l’accoglienza e l’integrazione degli immigrati regolari e di un Centro per l’accoglienza delle donne vittime di tratta. Dette strutture, una volta avviate, consentiranno di inserire le donne vittime di tratta in un sistema di accoglienza strutturato e di far accedere gli immigrati regolari a progetti individuali di inclusione socio-lavorativa.
ART.18
Interventi per le persone senza fissa dimora
Il Comune, impegnato nelle attività di assistenza ai senza fissa dimora, proseguirà nelle attività di censimento delle strutture napoletane che erogano servizi per tale tipologia di soggetti fragili (distribuzione di pasti su strada, servizio mensa, accoglienza notturna, servizio doccia, guardaroba, sportello di ascolto e orientamento, assistenza legale, assistenza psicologica, assistenza sanitaria) nonchè nello svolgimento di progetti dedicati, quali quello denominato “Strada Facendo 2” che ha consentito di effettuare una mappatura delle strutture presenti sul territorio.
Il Comune proseguirà altresì nell’erogazione del servizio di Unità Mobile di strada, istituito per supportare le situazioni di massima urgenza, e delle attività di “Housing First” (Agenzia Sociale per la Casa) destinate ai nuclei familiari in condizione di povertà abitativa, anche temporanea (informazioni e orientamento, recupero e valorizzazione degli edifici pubblici da destinare a nuclei familiari in condizioni di disagio abitativo, etc.).
Inoltre, previe le necessarie intese con gli operatori del Terzo settore attivi sul territorio, provvederà:
– a incrementare il numero delle strutture di accoglienza e all’apertura h 24 di quelle già attivate;
– al potenziamento dei servizi di prossimità e di primo contatto attraverso, in particolare, il rafforzamento dei servizi di strada diurni e notturni che hanno il compito di monitorare e intercettare, tempestivamente, le nuove situazioni di fragilità su tutto il territorio cittadino e di favorire i percorsi individuali di cura e inclusione sociale;
– allo sviluppo dei progetti di autonomia abitativa e sociale attraverso la messa a sistema del servizio di “Housing First” (Agenzia Sociale per la Casa) per l’incremento di opportunità abitative di autonomia e l’attivazione di percorsi di inclusione sociale e di avvicinamento ai servizi sociali e sanitari.
La Prefettura e il Comune di Napoli si impegnano inoltre ad individuare le priorità di intervento nelle aree del capoluogo contraddistinte da maggiori criticità per la presenza costante di un elevato numero di tale categoria di persone.
ART. 19
Iniziative in favore della comunità rom
Il Comune di Napoli si impegna ad utilizzare le risorse finanziarie di cui all’articolo 12 bis del D.L. 193/2016, convertito in legge n. 225/2016, finalizzate alla realizzazione di interventi in favore delle comunità rom ed in particolare alla riattazione di un complesso edilizio sito in via delle Industrie, destinato alla sistemazione abitativa di circa 80 famiglie.
La Regione si impegna a contribuire, nell’ambito delle proprie competenze e nei limiti delle risorse finanziare proprie e/o rese disponibili da fondi statali ed europei, alla predisposizione di progettualità miranti al superamento dei campi, all’inserimento lavorativo nonché alla tutela e alla promozione dei diritti delle donne, dei minori, delle persone fragili e delle minoranze.
CAPO IV – INIZIATIVE PER LA PROMOZIONE E TUTELA DELLA LEGALITA’
ART. 20
Iniziative per la tutela e la prevenzione di atti illegali o situazioni di pericolo negli esercizi pubblici
La sicurezza e la prevenzione di atti illegali e di situazioni di pericolo, in prossimità ed all’interno di esercizi e locali pubblici, sono esigenze particolarmente avvertite. A tal fine, il Prefetto procederà ad interessare le organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative per l’individuazione delle relative misure e la successiva sottoscrizione di appositi accordi.
ART. 21
Potenziamento della legalità e della sicurezza sui luoghi di lavoro
Il ricorso al lavoro nero o a forme di lavoro irregolare, la mancata applicazione dei contratti collettivi e il cosiddetto dumping contrattuale rappresentano, soprattutto nel settore dell’edilizia, fenomeni ricorrenti che producono danni notevoli all’economia legale e alla sicurezza dei lavoratori.
Al riguardo, la Prefettura di Napoli rinnova l’impegno già assunto, unitamente ad altri soggetti pubblici e privati a vario titolo coinvolti, con l’adozione, in data 20 novembre 2020, di un apposito Protocollo d’Intesa per il potenziamento della legalità e della sicurezza del lavoro nel settore dell’edilizia.
In particolare lo strumento pattizio stabilisce forme di cooperazione e sinergia tra i sottoscrittori affinché vengano individuate misure idonee a garantire il pieno rispetto della disciplina legislativa e contrattuale in materia di lavoro, a reprimere fenomeni di irregolarità contributiva e assicurativa e a garantire sicurezza e salute nei cantieri edili. E’ altresì stata prevista l’istituzione di un “Tavolo di coordinamento permanente per l’edilizia in merito alla legalità, all’impiego di manodopera regolare, alla sicurezza e alla prevenzione degli incidenti” con la partecipazione di tutti gli attori istituzionali interessati e le parti sociali al fine di monitorare il fenomeno degli infortuni sui luoghi di lavoro, di promuovere campagne di sensibilizzazione, di realizzare uno scambio informativo e di concordare politiche condivise e collaborative in materia di controllo dei cantieri.
La Prefettura di Napoli si impegna, altresì, a rinnovare il Protocollo d’Intesa triennale per la pianificazione di interventi in materia di sicurezza del lavoro nell’ambito portuale di Napoli.
Con il suddetto Protocollo – da stipularsi, tra l’altro, con la Regione Campania, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, la Capitaneria di Porto, l’ASL Napoli 1 Centro, le Direzioni Provinciali INPS e INAIL, l’Ispettorato Territoriale del Lavoro – sarà riattivato il Sistema Operativo Integrato dedicato al monitoraggio costante delle attività e degli interventi posti in essere dalle imprese portuali e cantieristiche nonché alla prevenzione di eventi infortunistici e malattie professionali con il coordinamento dei competenti uffici dell’ASL e dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro, conformemente a quanto disposto dall’art. 13, comma 6, del Decreto Legge 146/2021.
ART. 22
Contrasto ai fenomeni dell’abusivismo commerciale, della contraffazione e dei parcheggiatori abusivi
I fenomeni della contraffazione e della vendita abusiva di prodotti, insieme all’attività dei parcheggiatori abusivi e ad altre forme di microcriminalità, provocano ingenti danni alla sicurezza, al decoro urbano, all’economia locale penalizzando fortemente la vivibilità degli spazi aperti e le imprese che operano correttamente. Infatti, la concorrenza sleale si basa sulla violazione dei diritti di proprietà intellettuale, sui minori costi di produzione ottenuti anche con lo sfruttamento dei soggetti più deboli, sul mancato rispetto dei diritti dei lavoratori e sull’evasione dell’imposizione fiscale.
Detti fenomeni sono altresì fonte di insicurezza per i cittadini, ai quali spesso viene impedito l’accesso e la fruizione di spazi pubblici, dovendo sottostare al pagamento richiesto dal parcheggiatore o dal venditore abusivo per timore di ritorsioni. Inoltre, la vendita di prodotti contraffatti e/o al di fuori dei circuiti della legalità costituisce anche una fonte di pericolo per il consumatore finale, mettendone a rischio la salute in quanto non sono conformi agli standard di qualità e di sicurezza previsti dalla vigente normativa di settore.
Le Parti si impegnano a collaborare per l’efficace contrasto dei descritti fenomeni di illegalità, in raccordo con le altre Prefetture campane – considerato che la tipologia di abusivismo di che trattasi si riscontra, in alcuni casi, ad opera di soggetti proveninenti dall’intero ambito regionale – al fine di un’azione di ripristino della legalità finalizzata alla vendita abusiva di prodotti negli spazi pubblici, dell’attività dei parcheggiatori abusivi e delle altre forme di microcriminalità diffuse soprattutto nelle città capoluogo.
Il Comune di Napoli, relativamente alla problematica degli spazi pubblici occupati da parcheggiatori abusivi, si impegna ad attuare in tempi brevi un dettagliato censimento delle aree e orari maggiormente interessate dal fenomeno ed a riferirne l’esito alla Prefettura.
Le Parti sottoscrittrici del presente Accordo, attraverso un’azione coordinata, congiunta e condivisa – non inquadrabile esclusivamente nell’ambito degli interventi di ordine e sicurezza pubblica – attueranno, previe le necessarie intese con la competente Camera di Commercio e con le Associazioni rappresentative di categoria, campagne informative alla cittadinanza mirate al contrasto dell’abusivismo commerciale, della contraffazione nonché della fornitura di servizi da persone non abilitate. Saranno, inoltre, avviati interventi di in/formazione per le micro, piccole e medie imprese al fine di sensibilizzare le stesse sulla rilevanza della proprietà industriale quale prima barriera per la contraffazione, e sulle modalità di controllo della loro filiera produttiva e distributiva (anche attraverso l’utilizzo di tecnologie di tracciabilità) e dei loro rapporti con terzisti e fornitori.
La Regione Campania si impegna, inoltre, ad avviare una formazione specifica agli operatori delle Forze di Polizia e della Polizia Locale sugli aspetti giuridici legati alla contraffazione e all’abusivismo, sulle caratteristiche dei prodotti locali che maggiormente vengono contraffatti e sulle pratiche contraffattive maggiormente utilizzate.
ART. 23
Rimozione altarini e murales dedicati ad elementi della criminalità
Dal mese di marzo 2021 nella città di Napoli è stata avviata un’attività di rimozione di svariati manufatti abusivi (altarini, murales, lapidi, etc..) riconducibili a sodalizi camorristici o eretti in memoria di soggetti a vario titolo legati alla criminalità.
E’ fondamentale proseguire in tale attività atteso il notevole valore simbolico della stessa e l’esigenza di ripristinare da un lato il rispetto della legalità e dall’altro di evitare che si generino e si diffondano sentimenti di emulazione verso persone legate ad ambienti criminali.
Pertanto ogni qualvolta la Prefettura verrà a conoscenza, attraverso l’attività di ricognizione svolta sul territorio dalle Forze dell’Ordine, di un nuovo manufatto celebrativo richiederà al Comune di espletare gli opportuni adempimenti amministrativi preordinati alla demolizione dell’abuso che insiste su immobili o aree di proprietà privata. L’Amministrazione comunale provvederà d’ufficio per la demolizione dei manufatti presenti su edifici o aree di proprietà comunale mentre, qualora l’abuso insista su edifici o aree di proprietà di altri soggetti pubblici, provvederà previe le necessarie intese con questi ultimi.
ART. 24
Modelli sperimentali di prevenzione amministrativa
Al fine dell’implementazione dell’attività di monitoraggio dei settori a maggior rischio di infiltrazioni mafiose, la Prefettura di Napoli in data 2 agosto 2020 ha adottato – unitamente alla Città Metropolitana di Napoli, al Comune di Napoli e alla locale Camera di Commercio – un apposito “Protocollo d’Intesa per la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale nell’economia legale” aperto alle adesioni di tutti gli Enti locali e di altri soggetti pubblici operanti nell’area metropolitana di Napoli.
Detto strumento pattizio, che rinnova i contenuti del Protocollo di Legalità del 1° agosto 2007, è finalizzato ad osteggiare le attività criminali di stampo mafioso che in maniera diretta o indiretta, attraverso imprese e società controllate, condizionano le attività economiche e finanziarie nel settore degli appalti di lavori, servizi e forniture pubbliche, delle concessioni, delle attività commerciali e dell’urbanistica, nonché a garantire la trasparenza e la prevenzione delle ingerenze indebite nelle procedure di affidamento e di esecuzione delle opere ed autorizzazioni nei settori suindicati.
Con riferimento al rischio di infiltrazioni nell’economia da parte dei sodalizi mafiosi, appare oggi necessario dar corso ad ulteriori e concrete azioni di prevenzione fondate su controlli amministrativi.
Pertanto, ai fini della massima tutela delle attività economico-commerciali in particolare nei settori più sensibili, il Comune di Napoli si impegna ad incrementare le attività di monitoraggio previste dal suddetto Protocollo del 2 agosto 2020 relative a subentri ripetuti in un breve arco temporale nella medesima licenza commerciale da parte di società diverse ovvero della medesima società nonché le ripetute volture di una medesima licenza commerciale per opera di società diverse. Tanto anche in considerazione della necessità di prevenire qualsiasi tentativo di frode e di infiltrazione criminale nell’utilizzo dei fondi che finanziano il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a tutela dei suoi cittadini e delle imprese, per lo svolgimento di una mirata attività di monitoraggio finalizzata al contrasto delle attività criminali di stampo mafioso, che in maniera diretta o indiretta, attraverso imprese e società controllate, condizionano l’affidamento degli appalti.
Successivamente alla descritta fase di controllo amministrativo si innesteranno gli approfondimenti delle Forze di Polizia a seguito di confronto in sede di Gruppo Provinciale Interforze coordinato dalla Prefettura.
CAPO V – MISURE PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO
ART. 25
Distretto turistico e zona a burocrazia zero
Le Parti si impegnano a collaborare al fine della concreta operatività ed efficacia di azione del Distretto turistico della Città di Napoli, istituito con D.M. 11 gennaio 2018, n.26 con l’obiettivo di riqualificare e rilanciare l’offerta turistica a livello nazionale e internazionale, di accrescere lo sviluppo del territorio, di migliorare l’efficienza nell’organizzazione e nella produzione dei servizi, di assicurare garanzie e certezze giuridiche alle imprese che vi operano con particolare riferimento alle opportunità di investimento, di accesso al credito, di semplificazione e celerità nei rapporti con le pubbliche amministrazioni, individuazione di una “zona a burocrazia zero”, ove il territorio e soprattutto le imprese potranno godere di un vantaggioso regime procedimentale, grazie a iter amministrativi semplificati e a termini ridotti nell’adozione dei relativi provvedimenti conclusivi.
Il Comune di Napoli, si impegna all’attuazione della zona a burocrazia zero e alla semplificazione in un’ottica di sviluppo del territorio in un contesto di legalità, agevolando la diffusione di buone prassi, di semplificazione e la condivisione di una cultura amministrativa ispirata ai principi di economicità, efficacia, pubblicità e trasparenza. L’implementazione delle attività del distretto turistico vedrà il coinvolgimento anche delle parti sociali, al fine di garantire che lo sviluppo del settore avvenga nel pieno rispetto della legalità, delle normative, dei contratti collettivi nazionali di lavoro e promuovendo la continuità, la qualità del lavoro e dei servizi turistico culturali nonché il contrasto all’esercizio abusivo delle attività turistico-ricettive.
ART. 26 Progetti di microcredito
Nelle more dell’attuazione dell’art. 25, al fine di incentivare le opportunità di investimento e di accesso al credito delle imprese che operano nella relativa area, le Parti si impegnano a promuovere, anche nel contesto dei gruppi di lavoro tematici del Tavolo di crisi previsto all’art. 10, appositi accordi per un più stretto rapporto fra Banche e Associazioni di categoria nonché per favorire l’accesso al credito e al microcredito di imprese e famiglie.
CAPO V – DISPOSIZIONI FINALI
ART. 27 Cabina di regia
Al fine di monitorare la piena attuazione del presente patto sarà istituita, con apposito decreto, tra Prefettura, Regione e Amministrazione comunale, una cabina di regia, coordinata dalla Prefettura, cui faranno riferimento i vari gruppi di lavoro che verranno insediati per le singole materie. La stessa potrà essere di volta in volta integrata con ulteriori soggetti anche con competenze tecniche.
La Cabina di regia monitorerà, tra l’altro, la gestione dei fondi del PNRR, i risultati raggiunti e le eventuali misure necessarie per accelerare l’avanzamento dei progetti.
ART. 28
Forme di partecipazione da parte dei privati
Per le attività previste dal presente protocollo potranno essere concordate forme di partecipazione e di eventuale coinvolgimento da parte di soggetti privati, in conformità alla disciplina vigente. Le modalità di attuazione saranno oggetto di specifici protocolli d’intesa da sottoscrivere con i soggetti di volta in volta interessati.
ART. 29
Diffusione del Protocollo e nuove adesioni
Le Parti concordano sulla necessità di un’ ampia divulgazione del Protocollo e delle attività oggetto del medesimo attraverso comunicati stampa, siti istituzionali, nonché mediante ogni eventuale ulteriore iniziativa che verrà di concerto individuata.
In attuazione delle linee generali ed in coerenza con le disposizioni in materia di sicurezza delle città – che incoraggiano la partecipazione delle parti sociali e dei cittadini in azioni di prevenzione e nella concreta attuazione delle politiche sociali, culturali, urbanistiche – sarà possibile acquisire ulteriori adesioni al presente documento da parte degli stakeholder locali, regionali e nazionali nonché di soggetti privati.
ART. 30 Durata
Il presente Protocollo ha durata di 2 anni a decorrere dalla data della sua sottoscrizione. Le Parti si riservano la facoltà di rinnovo.
Art. 31 Modifiche
Eventuali modifiche e/o integrazioni al presente Protocollo dovranno essere concordate per iscritto tra le parti, con un successivo addendum, anche in attuazione dei successivi specifici atti di indirizzo o accordi tra Stato e Regioni.
Napoli, lì
Il Presidente della Regione Campania
Il Prefetto di Napoli
Il Sindaco di Napoli
Alla presenza del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese