Salerno, diventa mamma a 57 anni: ma ha il Covid e partorisce gemelli prematuri
Gen 24, 2022 - Claudia Ausilio
Un vero e proprio miracolo quello successo a Salerno. Una donna di 57 anni che è rimasta incinta grazie alla fecondazione assistita, si è ammalata di Covid alla 32esima settimana di gravidanza.
Salerno, partorisce due gemelli prematuri
E’ stata salvata dai medici dell’ospedale Ruggi, dove è arrivata in fin di vita e in Rianimazione l’anno operata facendo nascere i suoi gemellini. L’équipe medica, guidata dai dottori Mario Polichetti e Giorgio Colarieti, ha dovuto rianimarla e stabilizzarla. Come riporta ilcorrieredelmezzogiorno.it.
La donna non era vaccinata e ha contratto il Covid qualche giorno precedente la prima somministrazione, ma ha visto le sue condizioni peggiorare in poco tempo a causa di un’edema polmonare con importanti deficit cardio-respiratori, ai quali si era aggiunta una severa gestosi.
La donna è grave: non era vaccinata
I due neonati nati con un parto cesareo, sono prematuri e sono stati trasferiti d’urgenza all’ospedale Monaldi di Napoli, in terapia intensiva. La 57enne ha subito una emorragia post parto e un arresto cardiaco, salvata dall’intervento dei medici, rianimata dalla dottoressa Flora Minichino e dai suoi collaboratori.
Tanti i neonati ricoverati a Napoli
Donne incinte affette da Covid, mai così tante. Gabriele Peperoni (SUMAI): «La TIN e la Ginecologia della Federico II sono allo stremo. Più di ottanta piccoli pazienti ricoverati. In questo contesto il rischio di decessi aumenta».
A mettere in crisi il sistema assistenziale per le mamme in gravidanza e per i neonati che hanno necessità di essere ricoverati in TIN è l’esplosione dei casi, unita alla mancanza di supporto da parte di altri ospedali per il Polo nascita della Federico II. Ed è sempre il vicepresidente del SUMAI a sottolineare che «il Policlinico non può reggere in queste condizioni e di certo non può essere lasciato solo. È essenziale che la rete dell’emergenza Covid per le donne gravide e i neonati possa distribuire il carico di lavoro anche su altre strutture».