Recovery, il Veneto mette le mani sui fondi del Sud: “Ripartizione attuale ingiusta”
Gen 25, 2022 - Francesco Pipitone
Il Veneto contrario all’assegnazione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a favore del Sud. Il consiglio della regione governata da Luca Zaia ha approvato all’unanimità una mozione (quindi anche dai partiti di sinistra) in cui si chiede a Governo di rivedere l’assegnazione dei finanziamenti. Fondi del Pnrr costituiti quasi totalmente, lo ricordiamo, da soldi concessi dall’Unione Europea in ragione della condizione di arretratezza del Mezzogiorno e per assottigliare il divario dal Nord. Criterio in base al quale il Sud avrebbe dovuto essere destinatario del 68/70% dei fondi del Recovery Fund assegnati all’Italia, ma già ridotti al 40% dal Governo italiano. Il Veneto ora vuole proseguire nello scippo assottigliando ulteriormente la fetta destinata al Meridione.
Il nodo è rappresentato dai finanziamenti destinati alla rigenerazione urbana, assegnati in base a un indice di vulnerabilità rilevato da Istat. “Questo indice di vulnerabilità – si legge nella risoluzione il cui testo è stato pubblicato da ‘Il Fatto Quotidiano’ – penalizza in maniera pesante i Comuni del Nord rispetto a quelli del Centro e del Sud”.
Alberto Villanova, presidente dell’intergruppo Lega – Liga veneta – ha dichiarato: “Dei tre miliardi e mezzo di risorse stanziati per la rigenerazione urbana ai comuni del Sud è andato ben più del 40 per cento inizialmente stabilito, nonostante il 93 per cento dei progetti sia stato presentato da Comuni del Nord Italia. L’attuale ripartizione non si può neanche commentare, perché tanto è ingiusta verso il Veneto che non merita nemmeno di essere definita sbagliata o iniqua. Il nostro territorio merita rispetto: al di là della diversa posizione politica, infatti, tra Istituzioni non può e non deve mancare mai una corretta collaborazione. Roma, anche su questo aspetto, fino ad oggi, ha gravi mancanze. Noi non chiediamo nulla di più di quello che ci spetta di diritto”.
Alberto Villanova vuole, evidentemente, fare gli interessi della propria Regione. Evita di menzionare, ad esempio, che se le regioni settentrionali sono in gradi di presentare dei progetti esecutivi in maniera veloce, è perché le amministrazioni possiedono del personale adeguato sia dal punto di vista delle competenze, sia da quello numerico, a redigere tali progetti. Personale che invece è sempre assente nei Comuni del Sud. Si prenda l’esempio rappresentato dalla città di Napoli e dal sindaco Gaetano Manfredi che, insediatosi, non ha praticamente trovato dirigenti e personale negli uffici. È anche per questo motivo che è stata stabilita la clausola (insufficiente) del 40%, ossia per assicurare il giungere dei fondi in un territorio sistematicamente penalizzato. Un territorio a cui, dal 2000 al 2017, sono stati letteralmente derubati 840 miliardi di euro e dirottati al Centro-Nord.