Revocare la cittadinanza onoraria di Santa Maria Capua Vetere a Benito Mussolini. A 99 anni di distanza dal suo conferimento il Comitato Anpi provinciale di Caserta e l’associazione Articolo 11 Promotori di Pace chiedono formalmente al comune sammaritano di cancellare l’ onorificenza che fu attribuita al padre del fascismo dal consiglio comunale della città del Foro nel giugno del 1923 pochi mesi dopo la famosa Marcia su Roma.
La richiesta è stata protocollata presso l ufficio predisposto nei primi giorni del mese di gennaio e si attende una risposta degli amministratori locali che in un futuro consiglio comunale potrebbero accogliere l’ istanza delle due associazioni. Mussolini ancora oggi è cittadino onorario di numerose città italiane. Nel periodo di massimo splendore del regime fascista l onorificenza gli fu donata per motivi politici divenendo una prassi generalizzata. Anche Santa Maria Capua Vetere non si sottrasse nonostante la resistenza di alcuni consiglieri che nel giorno del voto risultarono assenti per sfuggire al voto favorevole.
«La cittadinanza onoraria è un riconoscimento concesso ad una persona che si è distinta particolarmente per il suo impegno e/o per le sue opere. Con la richiesta che abbiamo protocollato – spiegano Agostino Morgillo dell’Anpi e Edgardo Olimpo di Articolo 11 – non intendiamo affatto cancellare la memoria di quegli anni, memoria che deve rimanere viva e vigile, ma ribadire che una cittadinanza onoraria non può essere riconosciuta a chi ha calpestato la libertà e i diritti fondamentali dell’uomo ed è stato responsabile politico, morale e storico di tante sofferenze e crimini per il popolo italiano. Chiedere la revoca della cittadinanza onoraria di Santa Capua Vetere a Mussolini non è un atto di revisionismo storico, ma di memoria attiva in cui si esprime la volontà di ricordare, ribadire che la città di Santa Maria Capua Vetere è antifascista e che non c’è posto tra i suoi cittadini onorari per dittatori sanguinari. Ritenere che cancellare Mussolini dall’elenco dei cittadini onorari sarebbe sbagliato in termini di memoria storica risulta assolutamente pretestuoso. Questa dovrebbe essere l’occasione per ricordare, soprattutto ai più giovani, le violenze della dittatura fascista, l’arroganza del regime, gli orrori, le sofferenze e i crimini della guerra, in modo che nessuno possa più, nemmeno a cuor leggero, rievocare i fantasmi del passato. I tragici errori commessi in quel periodo da chi non seppe o non volle opporsi all’attacco alle istituzioni, o da chi volle girarsi dall’altra parte non devono ripetersi oggi con atteggiamenti che giustificano l’apologia o anche solo la tollerano. Vogliamo dare vita ad un percorso di memoria non più solo commemorativa ma attiva, soprattutto in questi tempi pregni di rigurgiti di odio e razzismo, aggressioni fisiche e verbali. La memoria di un Paese la creiamo tutti insieme con gesti e pensieri quotidiani».