La sottovariante di Omicron, BA.2, conosciuta comunemente come variante Omicron 2, si sta gradualmente diffondendo ed attualmente è già presente in 43 Paesi: un recente studio giapponese, pubblicato in pre print, mette in luce la possibilità di contrarre una malattia più grave in caso di positività al nuovo ceppo.
La nuova mutazione ha raggiunto anche il nostro Paese, seppur in maniera molto ridotta, registrando alcuni casi di positività anche nel Napoletano. La maggioranza degli studiosi concorda sulla maggior trasmissibilità di Omicron 2 mentre ricerche recenti introducono nuovi scenari sulla gravità della malattia.
Un’analisi condotta in Danimarca non aveva rilevato esiti più gravi nei pazienti contagiati con la variante BA.2 rispetto al ceppo originario di Omicron. Uno studio di laboratorio giapponese, pubblicato in pre print pochi giorni fa, tuttavia, conclude che Omicron 2 potrebbe causare una malattia più grave.
Per giungere a tali conclusioni i ricercatori hanno confrontato il quadro clinico dei criceti infettati con BA.1 (Omicron) e BA.2 (Omicron 2). Dai risultati è emerso che gli animali affetti da Omicron 2 si sono ammalati in maniera più grave andando incontro ad una compromissione polmonare maggiore.
L’efficacia del vaccino, invece, si rivelerebbe abbastanza elevata per entrambe le varianti. Non è escluso, tuttavia, che sia Omicron che Omicron 2 possano bucare l’immunità offerta dalla vaccinazione o dalla guarigione dal virus. Per gli scienziati la maggior trasmissibilità, unita alla capacità di innescare forme più gravi, però, non deve causare particolari preoccupazioni.
“La sorella di Omicron potrebbe prolungare l’ondata pandemica ma i nostri dati suggeriscono che non ci sarà una nuova impennata” – ha dichiarato Dan Barouch, immunologo e virologo del Beath Israel Deaconess Medical Center di Boston, alla rivista scientifica ‘Nature’. L’attenzione, tuttavia, deve rimanere alta soprattutto per i Paesi con bassa copertura vaccinale.
Non sono esclusi nemmeno casi di reinfezione in chi precedentemente ha contratto la variante BA.1: sebbene il contagio con BA.2 sia altamente improbabile in chi è risultato già positivo al ceppo originario, non è esclusa l’eventualità di potersi positivizzare nuovamente.