Nella tarda serata di ieri sono arrivati al porto di Salerno 213 container colmi di rifiuti plastici provenienti dalla Tunisia, equivalenti a seimila tonnellate di spazzatura domestica in plastica. Sono ritornati lì dove partirono del 2020: il paese africano li importò tramite una società che, però, li fece arrivare sul suolo tunisino come rifiuti plastici non pericolosi. La legislazione tunisina, al contraria, vieta l’esportazione ed importazione di tali rifiuti domestici, così come altri Paesi che hanno aderito alle convenzioni internazionali.
Rifiuti che adesso resteranno in provincia di Salerno, presso la base militare di Persano, nel comune di Serre. Secondo la Regione Campania, che si espressa attraverso le parole del vice presidente Fulvio Bonavitacola, si tratta di “una quantità banale”, seimila tonnellate di rifiuti che “per pochi mesi non creano problemi alla comunità locale. Non vi sono problemi di miasmi e neanche di esalazioni”.
Protestano tuttavia le comunità locali, non coinvolti nel processo decisionale. In prima vi è ovviamente Franco Mennella, il sindaco di Serre, che ha firmato una nota pubblicata sul canale Facebook ufficiale del Comune che rappresenta:
“Cari concittadini, vi informo che martedì 22 febbraio, salvo necessarie anticipazioni, saremo presenti in prossimità dei due ingressi che danno accesso al Comprensorio militare di Persano per costituire dei presidi permanenti. Oltre che perseguire tutte le vie legali e amministrative, porteremo avanti ogni forma di protesta pacifica sul campo per scongiurare l’arrivo dei containers carichi di rifiuti che già nelle prossime ore sbarcheranno nel porto di Salerno. Il mio appello è rivolto a tutti i cittadini di Serre e della Piana del Sele a partecipare a questa importante e vitale battaglia per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica. Da soli saremo niente, INSIEME si potranno muovere le montagne. Il sindaco Franco Mennella”.
Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia, in una nota inviata alla stampa ha parlato di possibili rischi per la salute connessi all’importazione dei rifiuti che in due anni potrebbero avere cambiato struttura: “In Italia potrebbero arrivare rifiuti pericolosi e cancerogeni, in virtù del fatto che gli stessi, nel frattempo, abbiano potuto cambiare composizione fisica e chimica. Chiederò al Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, di intervenire per le necessarie verifiche”, ha affermato Cirielli.
La questione è aperta anche da un punto di vista giudiziario. In Tunisia è stata aperta un’inchiesta che ad oggi ha portato all’arresto di 12 persone. Tra i 26 indagati per corruzione figuravano anche dei funzionari delle dogane ed il Ministro dell’Ambiente tunisino. Il leader dell’azienda importatrice risulta in fuga. In Italia, invece, indagano le procure di Salerno e Potenza sul rispetto della Convenzione di Basilea sul mercato internazionale di rifiuti.